Infrastrutture, area industriale, dissesto: le grandi vertenze di Lamezia secondo i vertici di Cgil, Cisl e Uil

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Lamezia Terme – Infrastrutture e dissesto idrogeologico. Area industriale, aeroporto, le vertenze in atto che riguardano centinaia di lavoratori e le opportunità di sviluppo per l’aerea centrale della Calabria. Per far il punto sulla condizione del lavoro nel territorio di Lamezia Terme e dell’hinterland abbiamo raggiunto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Gianfranco Trotta, Tonino Russo e Marielena Senese, chiedendo loro una riflessione di fine anno sulla “situazione lametina”.

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“Lamezia è uno dei centri nevralgici della Calabria” – dichiara al Lametino Trotta. “La posizione centrale, lo snodo ferroviario e quello aeroportuale, la favoriscono ma le sue potenzialità non sono ampiamente espresse e le questioni che si trascina da tempo sono tante, troppe. A partire dallo scalo internazionale – rileva il segretario generale della Cgil Calabri – su cui andrebbe tarato un progetto strategico di sviluppo all’interno del contesto più ampio del Piano Regionale dei Trasporti, tenendo conto delle necessarie opere di ammodernamento logistico. Allo stesso tempo, abbiamo chiesto più volte un rafforzamento della parte pubblica e, soprattutto, di avere un piano industriale, ma le risposte sono state lacunose. Tante sono inoltre le questioni che riguardano l’occupazione, come la vicenda degli stagionali, tallone d’Achille sul quale ci battiamo da tempo”. E ancora: “Tra le questioni più urgenti – sottolinea Russo – c’è poi quella legata al dissesto idrogeologico. Anni fa un’importante alluvione uccise una donna e i suoi due figlioletti. Quella avvenuta lo scorso mese di ottobre non ha mietuto vittime per un caso fortuito ma è stata devastante con una viabilità ancora difficile da ripristinare e paesi isolati. La parola d’ordine è prevenire e rilanciamo il nostro appello al presidente della Regione affinché venga fatto un piano di manutenzione del territorio e venga introdotto ossigeno nei comparti coinvolti, vista che l’età media è alta e gli interventi necessari sono tanti, tantissimi”. “Importante anche l’area industriale che potrebbe essere volano di sviluppo del Mezzogiorno e che necessita di investimenti avviando un’interlocuzione con Regione e tessuto imprenditoriale. Per il resto Lamezia – conclude Trotta – paga lo scotto di tante aree del Sud. È una città che ha bisogno di maggiori investimenti e di occupazione, di lavoro sano e non di sommerso, di rispetto e dignità e di una classe politica all’altezza”.

Secondo Russo della Cisl, nell’analizzare la situazione lametina “c’è da sottolinea innanzitutto, un tema comune a tutta la Calabria e il Mezzogiorno, quello del lavoro dignitoso che deve essere garantito a tutti, nella forma e nella sostanza, nella qualità e nel riconoscimento dei diritti delle persone. A questo si collega direttamente quello della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, con il drammatico “rosario” di incidenti e di morti che da Nord a Sud contiamo ogni giorno”. E ancora: “C’è sul tappeto la necessità di prevedere maggiori risorse per la Zes unica, in modo da avere per il Meridione sgravi contributivi che rendano attrattivi gli investimenti pubblici e privati nei nostri territori, misure che vanno inserite e difese nel testo della legge di stabilità”. In un’area come quella del Lametino, baricentrica per la Calabria, “è evidente l’esigenza di infrastrutture – ferroviarie e stradali – che favoriscano la mobilità – rileva Russo.  “È evidente, ad esempio, l’esigenza di collegare la struttura aeroportuale con l’Alta Velocità mediante una stazione sottostante la stessa area dell’aeroporto, per facilitare i movimenti di merci e passeggeri. In generale, c’è l’esigenza di sconfiggere la cultura del “no” pregiudiziale alle innovazioni: la fondamentale questione della sostenibilità ambientale va declinata nei diversi contesti entrando nel merito dei problemi e non rifugiandosi nelle comfort zone dei recinti ideologici. C’è poi il grande tema, che riguarda il Lametino e l’intera Calabria – conclude Russo – della prevenzione del dissesto idrogeologico, della messa in sicurezza di un territorio troppo fragile e anche per questo esposto allo spopolamento. E in un’area che si affaccia sul Mare Tirreno sono fondamentali, come per tutta la Calabria, gli investimenti sulla depurazione, per un piano strategico condiviso che coinvolga Comuni e Regione, che preveda controlli serrati sullo stato della depurazione lungo le coste, individuando le responsabilità esistenti dove gli impianti non funzionano e dove si scarica in mare quel che non si dovrebbe. Si può fare. Il degrado non è un destino inevitabile”.

Per Marielena Senese della Uil “Lamezia Terme, centro nevralgico della Calabria, vive una situazione di emergenza su più fronti che riflette problematiche strutturali regionali e richiede interventi mirati e coordinati. Il dissesto idrogeologico rappresenta una delle sfide più gravi. Il territorio è spesso colpito da alluvioni e frane, causate dall’abbandono delle aree interne, dalla scarsa manutenzione dei corsi d’acqua e dall’abusivismo edilizio. Ogni evento meteorologico estremo si trasforma in una calamità, con danni a infrastrutture, abitazioni e attività produttive. La prevenzione resta insufficiente, con fondi spesso bloccati da lungaggini burocratiche. È necessario un piano straordinario che coniughi messa in sicurezza e gestione sostenibile del territorio”. E ancora: “Il settore sanitario riflette un’altra crisi sistemica: ospedali sotto organico, liste d’attesa infinite, pronto soccorso sovraffollati. L’ospedale di Lamezia, pur essendo uno snodo cruciale, è vittima di tagli e inefficienze. La carenza di personale medico e infermieristico e l’assenza di investimenti adeguati costringono molti cittadini a emigrare per cure, aggravando l’emergenza sanitaria”. “L’agricoltura, tradizionale volano economico dell’area, è in ginocchio – prosegue la segretaria generale Uil. I piccoli agricoltori faticano a competere sul mercato, stretti tra l’aumento dei costi di produzione, le difficoltà di accesso al credito e l’impatto devastante del cambiamento climatico. A questo si aggiunge l’assenza di politiche regionali e nazionali che valorizzino il settore, lasciando spesso le eccellenze agroalimentari senza adeguati sbocchi commerciali”. “La crisi di Sacal, che gestisce l’aeroporto internazionale di Lamezia, è emblematica delle difficoltà infrastrutturali della Calabria. Il rischio è quello di compromettere il principale hub aeroportuale regionale, cruciale per il turismo e l’economia locale. La mancanza di trasparenza e di strategie di sviluppo rischia di isolare ulteriormente il territorio. Questi problemi sottolineano l’urgenza di rilanciare una “Vertenza Calabria”, un’azione condivisa che metta al centro gli interessi del territorio. Solo attraverso un lavoro sinergico tra istituzioni, cittadini e associazioni è possibile affrontare queste sfide e invertire la rotta, per garantire a Lamezia Terme e alla Calabria un futuro di sviluppo sostenibile e dignitoso”.

Bruno Mirante

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