Superbonus grillino, i costi occulti che continuiamo a pagare

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Il 2024 volge al termine e i nostri conti pubblici archiviano un’altra faticosa annata, portandosi dietro il fardello del cosiddetto bonus edilizio 110% (il cui costo stimato dal governo per il solo 2024 ammonta a circa 38 miliardi) straordinario colpo di genio degli scalcinati epigoni all’amatriciana del keynesismo giallo-rosso.

Leggendo qua e là il punto di vista dei tanti pensatori che affollano i social, mi sono fatto l’idea che sullo spinoso argomento c’è ancora moltissima confusione. La stessa confusione che, nel monumentale “Racconto della finestra rotta”, di Frédéric Bastiat, manifestano alcuni compaesani nel considerare un benefattore un ragazzino che, per puro vandalismo, rompe la finestra di un commerciante. Straordinario paradosso economico – pubblicato 86 anni prima che John Maynard Keynes desse alle stampe la sua opera principale, The General Theory of Employment, Interest and Money” – nel quale il grande economista francese descrive in modo semplice ma estremamente efficace la nozione dei costi occulti che troppo spesso si celano dietro iniziative pubbliche considerate, in modo superficiale, vantaggiose per tutti.

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Un concetto che nell’ambito dell’attuale complessità raggiunta dai sistemi moderni è assai difficile da afferrare, soprattutto a causa della difficoltà di cogliere l’insieme degli eventuali riflessi negativi che si generano nel tempo a seguito di quegli interventi di stimolo dell’economia operati dalla mano pubblica. 

Interventi di grande portata finanziaria, come per l’appunto è stato e continua in parte ad essere per il bonus edilizio, realizzato dalle eccelse menti che hanno gestito la pandemia di Covid-19, paralizzando per molto tempo l’economia italiana, per far ripartire i consumi e gli investimenti pensando di stimolare la crescita attraverso il miraggio di tutti i keynesioti di questo disgraziato Paese, ossia un confuso e oneroso sostegno della domanda interna aggregata.

Ora, in estrema sintesi, sebbene in molti ancora oggi – in particolare gli esponenti di quei partiti che hanno fortemente voluto una misura che ci riporta alla mente Superciuk, personaggio di un noto fumetto creato da Max Bunker, che rubava ai poveri per dare ai ricchi – sostengano che il bonus abbia fatto riprendere il Pil che si trovava in caduta libera, alcuni suoi pesantissimi effetti collaterali, ossia i costi occulti dell’operazione, sembrano sfuggire loro.

Costi occulti che in primis riguardano l’effetto a lunga scadenza del bonus, i quali in sostanza hanno ridotto lo spazio fiscale, di per sé già abbastanza risicato, dell’esecutivo per mettere in campo provvedimenti di ampio respiro, come ad esempio una strutturale riduzione della pressione tributaria allargata senza fare, di conseguenza, ricorso ad un indebitamento ancora piuttosto eccessivo.

In secondo luogo, il bonus, unito ad altre misure di sostegno all’economia adottate durante le follie pandemiche, ha contribuito a far lievitare il nostro colossale debito pubblico, con la conseguenza tangibile, al netto dei tassi praticati dalla Banca centrale europea, di far aumentare sensibilmente gli interessi che ogni anno lo Stato italiano deve corrispondere ai compratori del debito medesimo.

Tanto per avere una idea, nel settembre del 2024 il presidente Mattarella espresse una certe preoccupazione per il fatto che l’Italia alla fine dell’anno dovesse pagare interessi per circa 96 miliardi di euro, cioè una somma equivalente a ciò che sborsano Francia e Germania messi insieme.

Inoltre, non meno importante, l’altrettanto dissennata cessione del credito legata al bonus, che con grande fatica l’attuale governo è riuscita in gran parte a bloccare, ha dato una spinta formidabile ad una inflazione la quale, determinata dalla scelta della Bce di inondare di liquidità le economie dell’Unione europea durante la pandemia, ha eroso notevolmente il potere d’acquisto degli italiani, segnatamente a quelli appartenenti alle fasce più deboli della società, rappresentando per questo motivo il più odioso dei costi occulti che si generano ogniqualvolta qualche parvenù della politica, ancora in attività, immagina di creare il paradiso in terra gettando dagli elicotteri montagne di banconote fresche di stampa.

Ogni riferimento ai geni incompresi che sono scappati di casa per rivoltare il Paese come un calzino è puramente casuale.

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Claudio Romiti, 26 dicembre 2024



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