La Collettiva Calabria piace a tutti. Artigiani e artisti protagonisti alla «Fiera pop» di Milano

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MILANO La musica dei Sabatum Quartet è ipnotica, i visitatori – di qualsiasi nazionalità e da ogni parte della Penisola – alzano le mani e seguono il ritmo della musica tradizionale calabrese. Resistere è praticamente impossibile e tutti si lasciano andare ad una danza sfrenata. E’ il senso puro dello spirito accogliente della Calabria e dei calabresi. La storica band è chiamata a movimentare gli intermezzi di una Fiera dall’animo marcatamente pop, gli artigiani riempiono gli stand dei loro prodotti, mentre al padiglione numero 3 si registrano ingressi no stop. Torniamo alla Calabria e al primo giorno a Rho Fiera. Due simboli della qualità artigianale ed imprenditoriale calabrese, Fortunato Amarelli e Anton Giulio Grande, sono protagonisti della cerimonia inaugurale del padiglione Calabria ad Artigiano in Fiera. L’imprenditore della storica azienda calabrese e il celebre stilista, sul palco insieme agli assessori regionali Rosario Varì e Gianluca Gallo, celebrano le virtù di una Regione assoluta protagonista dell’Expo Internazionale dell’Artigianato, dei Popoli e delle Nazioni. Parole di elogio per il lavoro svolto dalla Regione sulla promozione e valorizzane del brand Calabria da parte Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. Spa, società che organizza Artigiano in Fiera ed Expo. «La Calabria sta ottenendo ottimi risultati, è diventata un modello virtuoso», dice sorridendo. Intiglietta, posa per un attimo il microfono ed accenna a qualche passo di tarantella, impossibile resistere al sound calabro.

Le radici di Amarelli

«La famiglia Amarelli è sicuramente legata alle tradizioni calabresi, la pianta della liquirizia è forse il prodotto più autoctono che abbiamo, cresce soltanto da noi e poi anche legata all’artigianato perché tutte le buone imprese, nascono sempre dalla sapienza artigianale», dice Fortunato Amarelli al Corriere della Calabria. «Ho incontrato 135 artigiani, è veramente una festa bellissima della Calabria che lavora, della Calabria che non si dà per vinta, che anzi costruisce ponti verso mercati importantissimi, anche partendo dalle piccole realtà e dal mondo dell’artigianato. E’ bello vedere anche tutte queste aziende che condividono un unico spazio, un enorme stand, e questo senso profondo di identità calabrese».

Da sx: Varì – Grande – Amarelli – Gallo

L’orgoglio di essere calabrese

«Sono felice e orgoglioso di poter raccontare la mia storia imprenditoriale». Grande ricorda un momento particolare della propria vita. «Il mio non è un mestiere che si improvvisa, è un mestiere che si sente, era una passione che avevo da ragazzino in tempi in cui la moda era un tabù, non c’erano i social, e l’unico approccio avveniva attraverso le riviste di moda che compravo segretamente», confessa lo stilista. «Immaginate a quei tempi cosa significasse per un ragazzino comprare riviste di moda femminile, c’era un mondo pieno di pregiudizio, io vivevo un ambiente provinciale ostile, però grazie alla passione e ad un pizzico di tenacia sono riuscito a raggiungere anche i gli obiettivi più difficili».

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La Collettiva Calabria

Sentendo gli artigiani presenti in Fiera, il punto di forza della collettiva Calabria è la condivisione di un medesimo spazio e di un unico brand. «Quando si riesce a creare una relazione virtuosa tra il sistema produttivo, l’impresa, il privato, le associazioni e le istituzioni che hanno il compito di mettere in piedi le politiche che vanno anche a beneficio delle aziende, il percorso è senza ostacoli», dice al Corriere della Calabria Paolo Praticò dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico e attrattori culturali della Regione Calabria. «In Calabria, come in tanti altri posti, c’è meno tessuto produttivo, meno agglomerazione, ecco perché la Regione promuove azioni di sostegno, erogazione dei servizi, accompagnamento. E’ un lavoro che consente alle imprese di partecipare ai grandi eventi, come Artigiano in Fiera, in maniera concreta». (f.benincasa@corrierecal.it)

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