Carlos Tavares si dimette con effetto immediato, ora più che il “toto nomi”, il “toto futuro” di Stellantis (e soprattutto dei suoi lavoratori)

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La notizia giunge in serata come un fulmine sereno, sereno si fa per dire: l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares da Ceo di Stellantis con effetto immediato. Le sue dimissioni sarebbero state accettate dal Consiglio di amministrazione di Stellantis presieduto da Jan Elkann. Secondo quanto spiega l’azienda, il suo ruolo sarà ricoperto entro la prima metà del 2025, le manovre per identificare il successore sarebbero già in corso.

Immediate le reazioni del mondo sindacale e politico.

Non siamo interessati al “toto nomi”

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Rocco Cutrí, segretario Generale FIM-CISL Torino e Canavese: “Apprendiamo dagli organi di stampa che il CDA di Stellantis ha accettato le dimissioni di Carlos Tavares.

Non siamo interessati al “toto nomi”, le agenzie riportano la notizia che a guidare il gruppo sarà un comitato guidato da John Elkann che già da parecchio tempo ha lasciato la gestione industriale per dedicarsi Exor.

È evidente che la politica dell’azienda orientata in maniera spinta sull’elettrico puntando soprattutto su incentivi all’acquisto è stata fallimentare. Altro grande errore del gruppo capeggiato da Tavares è stato giocare una partita in solitaria mentre tutti gli altri costruttori europei, in questa difficile era della transizione energetica, cercano di fare fronte comune soprattutto in riferimento alle politiche europee.

È quanto mai necessaria una revisione del piano industriale nel solco di una transizione meno spinta, una maggiore offerta di motorizzazioni green ma alternative all’elettrico, più modelli di largo consumo a prezzi sostenibili.

Auspichiamo che Stellantis torni a sedersi al tavolo con parti sociali e Governo con la disponibilità di arrivare ad accordi programmatici sul nostro paese e su a Torino, città in cui rischiamo di perdere automotive e componentistica in cui siamo leader a livello nazionale”.

Servono garanzie per il futuro”

Il segretario nazionale di Fim Cisl, Ferdinando Uliano, sottolinea che servono Investimenti strategici in Italia, a partire dall’introduzione di una nuova piattaforma produttiva small, nuovi modelli, investimenti in ricerca e sviluppo, serve confermare la giga-factory di Termoli, garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, che avrebbero conseguenze devastanti per le famiglie e i territori. 

Questi punti rappresentano da sempre le nostre priorità, e misureremo i nuovi vertici di Stellantis sulla base della loro capacità di fornire risposte concrete in queste direzioni. Solo attraverso un impegno reale sarà possibile costruire buone relazioni sindacali e un futuro industriale sostenibile per il nostro Paese”.

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Ora serve un cambio di passo”

Per Edi Lazzi, segretario generale della Fiom di Torino: “Le dimissioni di Tavares non mi lasciano stupefatto, era nell’aria il divorzio dal gruppo Stellantis. Adesso si tratta di guardare avanti, chiunque sia il nuovo AD deve immediatamente cambiare passo rispetto a Tavares. Serve un piano industriale complessivo e in particolar modo per Mirafiori, fatto di investimenti, nuovi modelli e assunzioni. Da parte nostra ci mobiliteremo immediatamente per chiedere un incontro appena sapremo chi sarà il successore di Tavares”.

“Le dimissioni di Tavares non siano presagio di tempi ancora più duri”

Per il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo: “Le dimissioni anticipate di Tavares erano già ventilate da qualche tempo ed arrivano in un momento molto complicato per il settore in Europa, come dimostra l’esplosione del caso Volkswagern. Spero che non siano presagio di tempi ancora più duri per i lavoratori italiani, e che queste dimissioni non portino ad un cambio di approccio del management”.

Anche il mondo politico prende posizione.

Calenda: “Riconvocare Elkann in Parlamento”

Da Carlo Calenda che sui suoi social posta “Non rimpiangeremo #Tavares. Il sostenitore della teoria “Darwiniana” applicata però solo ai lavoratori. Ora diventa ancora più urgente riconvocare John #Elkann in Parlamento

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Sinistra Ecologista: “Gli Ad passano, i lavoratori restano”

“Le dimissioni di Tavares sono già passato. Adesso si tratta di pensare al futuro. Ci auguriamo che chi sarà il nuovo o la nuova AD cambi immediatamente rotta rispetto al suo predecessore”. Così Sara Diena ed Emanuele Busconi, capogruppo e consigliere di Sinistra Ecologista in Comune a Torino: “Serve un piano industriale complessivo e in particolar modo per Mirafiori, fatto di investimenti, nuovi modelli e assunzioni, nella direzione della transizione ecologica, perché se si proseguirà su questa strada l’automotive torinese e italiano si spegnerà, lasciando a casa centinaia di migliaia di persone, perdendo competenze ed esperienza che da decenni caratterizzano il nostro territorio. E serve un dialogo costante e reale con lo Stato e le istituzioni a ogni livello. Gli AD passano, i lavoratori e la lavoratrici in cassa integrazione restano”.

Non è merito di Landini”

“Tavares a casa. Non per merito di Landini e della Cgil”, afferma lapidario Gian Luigi Paragone mentre per Marco Rizzo, Democrazia Sovrana Popolare “Si è dimesso l’amministratore delegato di Stellantis, Tavares. Ad ora non possiamo dire se è una buona o cattiva notizia. Certamente questa industria automobilistica che ha drenato risorse pubbliche per ben tre volte il suo valore, segna il quadro di una politica industriale assente sia dei governi di centro sinistra che da quelli di centrodestra. La famiglia Elkann-Agnelli ha sempre governato questa azienda sulla base del concetto di “ privatizzare i profitti, socializzare le perdite”.

La Costituzione consentirebbero al governo italiano di espropriare Stellantis”

I sindacati concertativi, a partire dalla Cgil, non hanno mai detto nulla di significativo rispetto a questo. Landini sbraita di rivolta sociale, ma di fatto non mette becco sulla storia vergognosa di questa dinastia che ha abbandonato Torino e l’Italia per il proprio interesse personale. Gli articoli 42 e 43 della Costituzione consentirebbero al governo italiano di espropriare un’azienda strategica come questa. Ma il governo Meloni, e tanto più -semmai arrivasse- un governo Schlein, non farebbero mai una cosa del genere. Serve una politica che rilanci il Sovranismo popolare del nostro Paese. Dateci una mano a farlo”.

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