Bando Borghi, come sta andando nei piccoli comuni? Il caso dell’Alta Tuscia Laziale

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La serie di opportunità di finanziamento offerte dal programma Next Generation dell’UE – PNRR, all’italiana – ha permesso a numerose regioni montane di avviare pratiche di recupero su scala urbana, anche per i piccoli paesi.

E così Stefano Bigiotti, Carlo Costantino e Alvaro Marucci del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE), dell’Università della Tuscia, hanno messo insieme uno studio che punta all’analisi degli strumenti decisionali per il recupero sostenibile dei comuni rurali, guardando alla pianificazione, alle politiche e alle strategie attuate al fine di riconoscere valore alle piccole comunità nelle aree interne.

Queste iniziative – si legge nell’Abstract – seguono approcci sistemici e multilivello volti a garantire uno sviluppo sostenibile. Attraverso una meticolosa comparazione delle pratiche approvate dal Ministero competente (MiBACT, oggi MiC) nell’ambito dell’avviso pubblico, è stato possibile dedurre alcune linee guida generali che descrivono politiche e strategie già orientate al recupero urbano e paesaggistico. E le pratiche abbracciano una visione olistica, che comprende il recupero del patrimonio storico e architettonico, la valorizzazione delle risorse idriche, la digitalizzazione dei servizi primari, la valorizzazione del patrimonio immobiliare e dei paesaggi rurali: azioni attuate attraverso forme di partenariato misto pubblico-privato, che nella ricerca sono state isolate e ricondotte a un’unica espressione matriciale, basata sulla preminenza economica degli investimenti appaltati. L’obiettivo della ricerca è infatti quello di differenziare queste politiche in un quadro sinottico di possibili azioni, al fine di individuare uno strumento utile ad assistere le amministrazioni nei processi decisionali e di pianificazione per il recupero dei contesti urbani minori.

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DECISION-MAKING TOOLS FOR SUSTAINABLE RECOVERY OF RURAL VILLAGES: PLANNING POLICIES AND IMPLEMENTATION STRATEGIES FOR VALORISING SMALL COMMUNITIES IN INNER AREAS UNDER THE NEXT GENERATION EU PROGRAMME

1. Introduzione

Il caso di studio analizzato è fornito dalle pratiche sperimentate direttamente dai comuni di Grotte di Castro, Latera, Proceno, San Lorenzo Nuovo e Valentano: enti locali originariamente caratterizzati da un progressivo spopolamento e da un’economia prevalentemente agricola, situati a nord di Roma e pre-identificati dal governo italiano all’interno di un’unica area interna, tutti beneficiari dello stesso finanziamento ministeriale. Le strategie adottate in questo caso nell’attuazione del programma europeo hanno favorito la trasformazione degli indicatori economici in relazione al raggiungimento delle tappe previste dal programma di investimenti, al punto da delineare forme di governance e politiche inedite per la riconversione sostenibile dei piccoli centri storici.

Parole chiave: sviluppo rurale, aree interne, borgo rurale, turismo sostenibile, sostenibilità, programma comunitario Next Generation, Bando Borghi, processo decisionale, scala locale, cerchio della sostenibilità.

L’esperienza pandemica ha accelerato in modo significativo il fenomeno migratorio e trasformativo che da tempo mette in discussione il paradigma del vivere all’interno della dicotomia urbano-rurale, generando un rinnovato interesse per le aree periferiche. Infatti, accanto alla consolidata attrazione centripeta esercitata dalle metropoli, è attualmente osservabile un processo di “ritorno alla campagna”. Una parte consistente della comunità sembra nutrire un’inaspettata fascinazione per i contesti “periurbani”, anche a causa dei cambiamenti che hanno interessato gli assetti sociali, economici, produttivi e localizzativi nell’era post-COVID-19. Nello specifico, si tratta di una tendenza orientata alla riscoperta della vivibilità dei borghi rurali, in gran parte giustificata dalla redditività che caratterizza il mercato immobiliare delle aree periferiche e “ultraperiferiche”, nonché dalla ritrovata necessità di vivere in spazi più ampi, aperti e verdi. Questa tendenza sembra essere supportata anche dall’adozione diffusa del lavoro a distanza e dell’innovazione digitale.

È fondamentale considerare con attenzione quella che di fatto rappresenta una lenta ma inevitabile inversione dei processi migratori consolidati, affrontando anche la fragilità di questi territori, che faticano ad affermarsi in termini di servizi, infrastrutture e competitività economica sulla scena nazionale. Il fenomeno citato interessa prevalentemente una porzione significativa del territorio nazionale, caratterizzata da centri urbani di piccole o modeste dimensioni che appartengono alle aree interne del Paese [7]. Queste aree sono caratterizzate da una notevole distanza dai centri principali che offrono servizi essenziali, ma possiedono anche importanti risorse ambientali e culturali. Sono già caratterizzate da eterogeneità e profonda diversificazione [8], un mix complesso frutto di dinamiche differenziate e di processi di antropizzazione peculiari e secolari [9]. Per promuovere la coesione sociale sul territorio, in accordo con i principi espressi dagli articoli 3, 44 (secondo comma), 117 e 119 (quinto comma) della Costituzione, il governo italiano ha avviato ambiziosi programmi di investimento finalizzati al recupero e alla valorizzazione di queste aree interne, lanciando una specifica Strategia Nazionale (SNAI), la cui attuazione è sostenuta sia da fondi europei (FESR, FSE e FEASR) sia da risorse nazionali.

La SNAI mira a contrastare il declino demografico delle aree interne nel medio termine e a creare nuove opportunità di reddito per i residenti, in particolare potenziando il trasporto pubblico locale, l’istruzione e i servizi socio-sanitari. Inoltre, sono stati emanati strumenti giuridici più recenti per garantire un sostegno concreto ai piccoli comuni, come la legge “Salva Borghi”, che mira a promuovere e sostenere lo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale sostenibile dei piccoli comuni, tutelando e valorizzando il loro patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico [13]. In questo quadro, queste aree hanno recentemente beneficiato di ulteriori opportunità di recupero e qualificazione nell’ambito del più ampio programma di investimenti noto come Piano Nazionale di Recupero e Resilienza (PNR). Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACT) ha stanziato ingenti risorse per nuovi progetti finalizzati alla rigenerazione locale di questi contesti marginali attraverso il cosiddetto “Bando Borghi”, i cui esiti sono esaminati in questa ricerca, con particolare riguardo a cinque borghi rurali all’interno di un’unica area interna. Da un lato, le strategie di rigenerazione approvate nell’ambito della Linea B dello stesso bando hanno portato una significativa attenzione dell’opinione pubblica sul tema pressante dell’abbandono dei piccoli borghi. D’altra parte, queste strategie possono fungere da modelli originali per il recupero e la riprogettazione sostenibile dei borghi rurali italiani, fornendo linee guida e strategie di metaprogettazione che possono essere ripetute e replicate in contesti simili.

2. Premessa

La Linea B del suddetto “Bando Borghi” mira a finanziare progetti di rigenerazione locale (PSL) per circa 229 borghi italiani, definiti nell’ambito dell’avviso pubblico come insediamenti storici chiaramente identificabili e riconoscibili, caratterizzati da elementi tipologici e morfologici originali. Tali caratteristiche sono dovute alla conservazione di un tessuto edilizio storico prevalentemente continuo e al valore del loro patrimonio storico-culturale e paesaggistico. In questo contesto, l’esperienza del suddetto bando, insieme alla visione insita nelle politiche SNAI, può costituire un caso di studio di grande rilevanza per comprendere gli aspetti decisionali che guidano il giudizio delle amministrazioni pubbliche (PA) impegnate nella redazione di programmi di recupero per tali aree peculiari. Sulla base dei finanziamenti del PNR, è possibile interpretare le scelte programmatiche per la trasformazione e il ripristino dei villaggi rurali attraverso un quadro di valutazione critica. Tale quadro dovrebbe considerare gli aspetti olistici che il tema della sostenibilità comporta, verificando così gli esiti e i risultati.

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2.1 Valutazione dell’effettiva sostenibilità dei progetti locali di rigenerazione culturale e sociale nei villaggi rurali: Premesse e obiettivi

Nel corso del convegno intermedio “Biosystems Engineering Promoting Resilience to Climate Change” del 4 aprile 2024, organizzato dall’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria a Padova dal 17 al 19 giugno 2024, gli autori hanno presentato una prima fase di ricerca volta a valutare l’effettiva sostenibilità della programmazione autorizzata dalla SNAI per l’area interna denominata “Alta Tuscia Laziale – Antica Città di Castro” [17]. Dall’indagine è emerso che la programmazione approvata dai Comuni, dal Governo e dalla Regione Lazio [18] era particolarmente orientata a garantire una trasformazione territoriale in linea con i requisiti di performance ecologica, culturale ed economica, anche se con notevoli lacune nella dimensione sociale della sostenibilità. Dall’analisi degli investimenti governativi destinati all’area interna indagata, è emersa una comprensione parziale delle trasformazioni rigenerative avviate per l’intero territorio. Per sviluppare un modello standardizzato di recupero dei villaggi rurali, la complessità della pianificazione su larga scala deve considerare gli impatti dei finanziamenti aggiuntivi che agiscono sul territorio.

Come accennato nell’introduzione di questa ricerca, al di là delle politiche SNAI, le aree fragili del Paese beneficiano oggi di molteplici interventi normativi e finanziari volti a garantirne lo sviluppo e la resilienza (come i progetti GAL, PRUS, ecc.), soprattutto nell’attuale quadro post-COVID-19 e alla luce degli investimenti del PNR. Questo nonostante le difficoltà di attuazione associate al programma UE di nuova generazione [19]. Questo problema sposta radicalmente la prospettiva entro la quale devono essere valutati gli scenari delle strategie d’area precedentemente approvate, data la sovrapposizione di più programmi di investimento. In questo contesto, sembra ragionevole ritenere che i vari PSL finanziati dal “Bando Borghi” possano costituire casi di studio di grande interesse, contribuendo, attraverso la loro attuazione, a garantire l’effettiva sostenibilità di un insieme intercomunale [20]. Ciò si basa su una duplice ipotesi:

  • Che i PRL possono essere considerati strumenti di pianificazione strategica, dato il loro orientamento al recupero a scala locale nell’ambito dei piani di investimento finanziario che li caratterizzano.
  • Che l’attuazione di più PRL localizzati all’interno della stessa area interna contribuisce allo sviluppo dell’intero insieme territoriale, seguendo una visione olistica delle trasformazioni che riguardano sistemi locali profondamente interconnessi.

Sulla base della fase iniziale della ricerca, anche in questo caso si è scelto di adottare parzialmente il metodo valutativo relativo all’effettiva adattabilità al cambiamento climatico degli strumenti urbanistici locali. In linea con gli obiettivi e le premesse della letteratura appena citata, la presente ricerca ha inteso sperimentare i PRL approvati, perseguendo un duplice obiettivo:

  • Fornire una valutazione dell’effettiva sostenibilità delle scelte operate dagli attori pubblici nel tentativo di produrre LRP per piccole comunità all’interno di aree economicamente depresse del Paese.
  • Sperimentare un modello valutativo per le politiche approvate, volto a consentire un monitoraggio continuo della pianificazione autorizzata e a supportare i processi decisionali che generano programmi di investimento complessi.

Nel perseguire questi obiettivi, e al fine di valutare l’effettiva sostenibilità dei PSL adottati come casi di studio, il metodo qui utilizzato prevede un confronto qualitativo.

3. Metodi e materiali

Come accennato, il focus della ricerca prevede l’analisi di cinque PSR adottati da altrettanti borghi rurali e finanziati nell’ambito della componente 2.1 “Attrazione dei Borghi”, componente M1C3 del programma comunitario Next Generation.

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Nello specifico, ci riferiamo alle proposte approvate dal MiBACT [29] nell’ambito della stessa area interna, denominata “Alta Tuscia Laziale – Antica Città di Castro”, un’area caratterizzata da particolare vulnerabilità sociale. Questa sezione fornisce una rappresentazione sintetica dei PSL.


Tra i comuni finanziati dal MiBact a seguito del processo di valutazione del “Bando Borghi”, sono state individuate cinque comunità locali beneficiarie del contributo comunitario all’interno della stessa area interna. Si tratta dei comuni di Grotte di Castro, Latera, Proceno, San Lorenzo Nuovo e Valentano, situati nella provincia di Viterbo, nella parte settentrionale della regione Lazio, non lontano dalla capitale.

Si tratta di cinque comuni appartenenti a un’unica comunità montana, caratterizzati da un territorio esteso e prevalentemente dedicato all’agricoltura, nonostante una scarsa popolazione residenziale. Tutti hanno beneficiato di un finanziamento europeo complessivo di 7.575.981,50 euro. Nonostante la base economica rurale [30], l’area è soggetta a un graduale fenomeno di spopolamento, pur vantando importanti beni paesaggistici, naturali e ambientali, nonché notevoli caratteristiche geologiche meritevoli di ampia tutela, soprattutto nella zona tra Latera e Valentano [31]. In particolare, è da notare che la competente Camera di Commercio della Provincia di Viterbo ha registrato un trend negativo per quasi tutti i principali settori dell’economia locale anche negli ultimi 4 anni [32]. Come si evince dalla Tabella 3, considerando gli anni dal 2020 al 2023, il saldo netto delle imprese operanti nell’area è negativo. Il saldo tra i vari rapporti annuali indica la scomparsa di oltre 1.415 imprese nella stessa area, di cui 1.151 appartenenti al settore agricolo. I settori dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca sembrano essere tra i più colpiti dalla recessione economica che interessa l’area, aggravata dalle caratteristiche ambientali della regione.

Questa è considerata una delle principali cause dello spopolamento e una delle ragioni principali che hanno spinto il governo italiano a investire nell’attrattività turistica dei villaggi rurali, nel tentativo di cambiare i vettori economici tradizionali che si sono rivelati insostenibili.

Queste caratteristiche hanno indotto i legislatori ad adottare politiche specifiche per promuovere lo sviluppo di questi territori, puntando alla coesione economica, sociale e territoriale e affrontando le disparità economiche, in conformità con l’articolo 174 del Trattato di Lisbona.

sociale e territoriale e ad affrontare le disparità economiche, in conformità con l’articolo 174 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Ciò include finanziamenti dedicati attraverso il fondo di coesione e sviluppo (FSC).

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3.1 Obiettivi generali: verso un modello di interazione territoriale

Il caso di studio di questa indagine è rappresentato da cinque villaggi profondamente interconnessi con il sistema territoriale di riferimento, dove diventa sempre più urgente adottare azioni volte principalmente a garantirne la tutela e la valorizzazione.

In questa prospettiva territoriale, il villaggio presenta caratteristiche ibride, tipicamente premoderne, che sintetizzano elementi urbani e rurali [35]. Per garantire lo sviluppo sostenibile di questi territori, è necessario adottare un approccio integrato che consideri entrambe le componenti e le loro varie combinazioni. In questo senso, i PSL sono strutturati come programmi “place based” con un approccio sistemico, frutto della condivisione e della co-progettazione, attraverso decisioni facilitate dall’impegno diretto con gli attori locali pubblici e privati [36]. Questo approccio innovativo, unito alla rilevanza delle prospettive rigenerative per i villaggi e alla conservazione delle dinamiche urbano-rurali, sottolinea l’importanza del caso di studio, soprattutto in risposta alle urgenze ambientali [37] insite nella sostenibilità [38]. Seguendo il metodo delineato nella Sezione 2, di seguito si riporta una descrizione sintetica delle suddette strategie, evidenziando le linee di azione assorbite e aggregate in una tabella basata sui termini utilizzati nel “Bando Borghi”, insieme ai rispettivi investimenti, alle percentuali di impatto che influenzano l’attuazione di ciascun intervento e al NS calcolato sulla base degli impegni finanziari predeterminati.


3.1.1 PRL – Comune di Grotte di Castro

Come evidenziato nei documenti che accompagnano la delibera di approvazione del PRL proposto dal Comune di Grotte di Castro [39], il progetto comprende una molteplicità di interventi volti a collegare il paese con la risorsa lago, a promuovere la valorizzazione dei beni archeologici e dei beni legati all’acqua, nonché il restauro e la riqualificazione di alcuni edifici del centro storico e la creazione di strumenti digitali. I vari progetti che compongono la programmazione esaminata sono riportati in dettaglio nella Tabella 4.

3.1.2 LRP – Comune di Latera

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I bisogni identificati dal PRL di Latera [40] possono essere compresi in tre aree principali definite come ripopolamento, riqualificazione e rivitalizzazione. Per rispondere a queste esigenze specifiche, il progetto prevede il potenziamento delle infrastrutture sociali e culturali, promuovendo partenariati pubblico-privati con investitori interessati a rivitalizzare alcune delle strutture attualmente sfitte del centro storico.

3.1.3 LRP – Comune di Proceno

Il PRL di Proceno [41] mira a contrastare lo spopolamento demografico che interessa il comune, facilitando la residenza e creando opportunità di lavoro, nonché promuovendo la permanenza temporanea in paese attraverso la strutturazione continua di corsi di formazione e ricerca, funzionali anche all’attivazione di nuove economie per il territorio. Contemporaneamente, è prevista l’attivazione di nuovi servizi, anche digitali, per i pellegrini e i turisti interessati al vicino percorso della Via Francigena.

3.1.4 LRP – Comune di San Lorenzo Nuovo

Il PRL approvato dal Comune di San Lorenzo Nuovo [42] mira a recuperare parte del patrimonio ambientale, storico e artistico, migliorandone la fruibilità e l’accessibilità e promuovendo la partecipazione degli attori locali allo sviluppo di servizi locali innovativi. Il programma di investimento prevede interventi volti ad aumentare l’attrattività del borgo e quindi a contrastarne il progressivo spopolamento, facendo leva sull’utilizzo delle nuove tecnologie di rete, soprattutto in relazione al tessuto imprenditoriale locale e alle potenzialità inespresse dell’area.

3.1.5 LRP – Comune di Valentano

Il Comune di Valentano, nell’attuazione del PRL noto come “Nuovo Rinascimento di Valentano” [43], ha inteso focalizzare gli obiettivi del programma in linea con gli ulteriori e complessi sviluppi che interessano l’area. Accanto alla necessità di creare un sistema integrato per promuovere il marketing territoriale e il benessere della comunità, il PRL mira a strutturare un ecosistema territoriale interconnesso, contrastando lo spopolamento. Il programma affronta queste tematiche facendo leva sulla valorizzazione del patrimonio storico attraverso eventi dedicati alle tradizioni e ai prodotti gastronomici locali.

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4. Risultati e discussione

Le diverse linee d’azione previste per ogni PRL sono sostenute finanziariamente da fondi europei trasferiti alle autorità locali nell’ambito del programma Next Generation EU, insieme a misure aggiuntive adottate dal governo italiano per garantire la coesione territoriale nei villaggi spopolati. Questi fondi garantiscono l’attuazione delle linee d’azione descritte nelle tabelle 4-8. In base alle norme che regolano la predisposizione dei bilanci pluriennali, economici e finanziari degli enti locali, partendo quindi dal presupposto che un significativo stanziamento di risorse economiche corrisponda a un interesse pubblico prevalente e prioritario [44] alla base dell’attuazione del PRL, è possibile confrontare ciascuna linea d’azione secondo il metodo di valutazione descritto nella sezione 2.2. Sulla base di questi valori, classificati secondo la metodologia di ricerca precedentemente illustrata, si è inteso individuare qualitativamente il punteggio aggregato (DS), sperimentando l’interazione tra le strategie adottate e i criteri di sostenibilità precedentemente individuati.

Questa valutazione di congruenza, basata sul confronto qualitativo diretto tra i profili dei CdS e gli esiti attesi per ciascun intervento, è stata effettuata sulla base dei dati ricavati dal PRL e sintetizzati nella sezione 3 del presente lavoro. Dall’analisi condotta, emerge un quadro coerente per le azioni intraprese dai Comuni dell’area interna, la cui programmazione è fortemente orientata a garantire il recupero, l’efficientamento e la valorizzazione dei beni storici presenti nei rispettivi borghi, anche cambiandone la destinazione d’uso originaria (GC-01, La-01, Pr-01, SL-01, Va-01). Data la disponibilità di beni analoghi (come il complesso della Rocca Farnese a Valentano e la Biblioteca Comunale “Mons. Antonio Patrizi” a Grotte), il progetto è stato realizzato con l’ausilio di un’apposita struttura. Antonio Patrizi” a Grotte di Castro), tutti i Comuni hanno indicato una maggiore dotazione economica per la valorizzazione del patrimonio immobiliare.

Questo fatto crea indubbiamente interazioni tra linee d’azione e criteri legati ai piani di sostenibilità ecologica, economica e culturale, favorendo così, da un lato, la conservazione del patrimonio immobiliare e, dall’altro, consentendo la promozione del patrimonio culturale immateriale associato a elementi culturali, da allocare successivamente all’interno dei suddetti beni. Inoltre, le esperienze dei PRL analizzati mostrano una significativa intenzione di interazione territoriale, promuovendo la formazione di un rinnovato partenariato tra il villaggio e l’ambiente naturale (GC-04, La-04, Pr-05, SL-03, Va-04), con l’obiettivo di tutelare le risorse presenti (il bacino idrico del Lago di Bolsena nel caso di Grotte di Castro, i percorsi escursionistici rurali a Proceno, le qualità geomorfologiche dell’area a Valentano).


Ciò non è dissimile da quanto proposto dalla letteratura scientifica in materia. Anche a fronte di una programmazione più puntuale ed eterogenea (Proceno) o diversamente aggregata in macro aree di intervento (San Lorenzo Nuovo), i PSL analizzati trovano un comune denominatore in una forte propensione a rispondere a esigenze ecologiche, economiche e culturali, quasi mai adottando strumenti idonei a promuovere la dimensione di governance del progetto (con l’eccezione delle linee di supporto alla comunicazione identificate con GC-06, La-06, Pr-07, SL-05 e Va-06). Questo risultato appare in linea con le aspettative del “Bando Borghi” e coerente con la pietra miliare del programma comunitario Next Generation che ha dato origine all’avviso pubblico a cui i Comuni hanno risposto. Questa strategia sembra inoltre trovare un più ampio sostegno nelle teorie accademiche che mettono in diretta correlazione gli aspetti ecologici e sociali insiti nel concetto di sostenibilità.

5. Conclusione

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Il borgo storico consiste in un tipo di insediamento, a scala locale, in relazione morfologica e funzionale con il contesto agricolo, caratterizzato dalla presenza di più unità tipiche del territorio esterno alla città storica e dalla presenza di un impianto urbano delimitato, in cui sono presenti elementi caratteristici di identità, sia del patrimonio materiale che di quello immateriale. Sulla base di queste specificità, osservate in ciascuno dei casi studio indagati, tutti i PSR si sono concentrati sulla necessità di garantire una corretta valorizzazione, tutela e gestione del patrimonio immobiliare esistente, immaginando traiettorie di sviluppo economico volte a garantire l’attrattività turistica del contesto di riferimento, anche a partire dalle risorse naturali disponibili.

Il risultato della valutazione rivela una significativa inclinazione dei PSL verso la promozione di aspetti rilevanti per lo sviluppo ecologico e culturale. Allo stesso tempo, si registra una progressiva marginalizzazione degli aspetti economici e politici legati alla dimensione sociale della sostenibilità. In questa prospettiva, eventuali forme aggiuntive di finanziamento, pianificazione e progettazione devono garantire ipotesi di risanamento più ampie, sostenendo azioni volte a colmare il divario evidenziato. La metodologia proposta consente di valutare in un quadro flessibile l’effettiva sostenibilità delle decisioni alla base dei PSL, individuando eventuali gap e potenziali criticità in una programmazione complessa, anche per supportare il processo decisionale nell’eventuale allocazione di risorse aggiuntive, anticipando così anche un quadro di azioni necessarie a garantire la completezza della Strategia.

Tuttavia, al termine dell’attuazione dei PSL, gli stessi strumenti di verifica qui sperimentati potranno essere utilizzati anche in una fase di verifica ex post, ottenendo così un’esatta corrispondenza tra le ambizioni perseguite dalle PA e i risultati effettivamente raggiunti. È importante sottolineare come i risultati dello studio investigativo sui PSL possano anche essere direttamente confrontati con quelli già ottenuti dagli autori nella valutazione della SNAI, al fine di determinare una valutazione complessiva dell’effettiva sostenibilità della pluralità di interventi che interessano la stessa area interna. In questo senso, la presente ricerca può fornire solo una lettura parziale delle trasformazioni che agiscono sul territorio, che devono essere valutate nel quadro più ampio di tutta la pianificazione e programmazione adottata da ciascun Comune, al fine di determinare l’insieme delle azioni volte a garantire la rigenerazione dei borghi rurali. Azioni che, a loro volta, possono consentire una più ampia classificazione delle strategie e delle opportunità di recupero per i contesti locali di piccola scala, descrivendo una possibile tassonomia delle opportunità di riconversione, qualificazione e recupero, potenzialmente replicabile e ripetibile per scenari simili.

Questi temi rappresentano possibili ulteriori scenari di sviluppo per la ricerca finalizzata all’individuazione di criteri e metodi di riconversione sostenibile per le aree urbane e periurbane, anche a supporto dei processi decisionali che coinvolgono gli attori pubblici in Italia.





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