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Due mozioni sono state presentate in Consiglio regionale dal centrosinistra: la prima riguarda la revisioni degli accordi interregionali sull’acqua, la seconda il depuratore di Termoli che dagli iniziali 7,5 milioni di euro ne costerà più di 23 milioni con conseguenze negative per gli utenti che si vedranno recapitare bollette più salate.
E’ questa la sintesi della conferenza stampa che si è tenuta stamattina nella biblioteca di Palazzo D’Aimmo dove Roberto Gravina e Angelo Primiani per il M5S, Micaela Fanelli e Alessandra Salvatore per il Pd e Massimo Romano per Costruire Democrazia hanno lanciato l’allarme sugli aumenti della tariffa idrica.
Il tema della scarsità di risorse resta centrale: ecco perché il campo largo ha chiesto al presidente della giunta regionale di rivedere gli accordi con le Regioni Campania (in vigore dal 2003) e Puglia (addirittura dal 1978) “includendo parametri aggiornati in termini di fabbisogno idrico e compensazioni, a tutela della risorse molisane”. Proprio gli interessi locali, infatti, appaiono poco salvaguardati. Per di più le condizioni sono notevolmente cambiate: nel 2020 è diventato operativo l’acquedotto molisano centrale (ai tempi dell’accordo con la Campania esistevano solo il destro e il sinistro) che ha modificato il fabbisogno idrico della regione portando l’acqua al Basso Molise; continua a non essere previsto un ristoro dalla Puglia e l’acquedotto destro (quello di Campobasso, per intendersi) serve la bellezza di altri 66 comuni di cui 8 pugliesi e 10 campani. Insomma, è chiaro che la Regione Molise dovrebbe difendere meglio la sua risorsa idrica “prima di ulteriori trasferimenti idrici ad altre regioni”.
Ed è sempre in tema di scarsa salvaguardia dell’interesse dei molisani, stavolta di natura economica, la seconda mozione di cui ha parlato a lungo Roberto Gravina che, lo ricordiamo, è stato tra i sindaci molisani del Comitato d’Ambito a dire sì al progetto del depuratore di Termoli “che – questo ha precisato, a scanso di equivoci, Primiani – non ci vede contrari alla sua delocalizzazione”.
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La contrarietà semmai riguarda l’aumento dei costi per la realizzazione di questa opera passata dagli iniziali 7,5 milioni di euro (di cui 3,8 a carico della Regione e la restante parte a carico del Comune di Termoli) alla cifra, più che triplicata, di 23 milioni di euro che sarà quasi interamente a carico di Acea (fatto salvo il contributo regionale da 3,8 milioni di euro), il gestore del sistema idrico di Termoli (fino al 2037) il quale finanzierà il depuratore con la tariffa idrica.
“L’aumento sulle bollette – ha spiegato Gravina – non ci sarà, anzi, in parte c’è già stato, solo per i termolesi, ma per tutta l’utenza molisana. Gli incrementi saranno progressivi e questo ci preoccupa molto”. Un invito all’indignazione generale quello di Alessandra Salvatore. Per la consigliera del Pd “tutti i molisani dovrebbero protestare, non è possibile che i vantaggi del privato ricadano in questo modo sugli utenti, ed è esattamente quello che succederà se la Regione non si opporrà”.
Il tentativo di evitare che il nuovo piano di investimento di Acea si traduca in un maggiore onere per i molisani era già nella proposta dei consiglieri del centrosinistra di utilizzare strumenti di finanziamento alternativi come i fondi Fsc o il Fesr. Se ne era discusso anche durante la seduta monotematica sull’acqua, evidentemente il “pastone di centrodestra” come lo ha definito Micaela Fanelli non vuole valutare queste possibilità. Chi non si arrenderà è Massimo Romano che ha ventilato l’ipotesi di dover ricorrere alla giustizia, ancora una volta, se queste due mozioni non saranno accolte e capaci di correggere il tiro prima che sia tardi. Prima, cioè, che l’intero carico finanziario ricada sugli utenti. Senza rispettare quegli obiettivi di sostenibilità economica e sociale e di perequazione delle tariffe che una Regione dovrebbe assicurare.
Anche se è una Regione governata da un ex sindaco di Termoli “che deve fare gli interessi di tutti i molisani”.
La mozione contiene anche una diffida a Egam affinché cessi la convenzione tra l’amministrazione Balice e il gestore Acea.
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