PERUGIA – Un’istituzione storica che guarda al futuro con una visione innovativa e coraggiosa: il Serafico di Assisi, da 150 anni pilastro nella cura e nella riabilitazione di bambini e ragazzi con disabilità gravi e gravissime, ha presentato il suo bilancio etico-sociale. Un documento che non rappresenta solo una rendicontazione, ma è il manifesto di un modello capace di trasformare la cura in un motore di giustizia sociale, ricerca avanzata e sostenibilità, con un impatto che coinvolge pazienti, famiglie e comunità.
La centralità della persona. Il bilancio etico-sociale del Serafico, illustrato nel corso della conferenza stampa di presentazione – Perugia, 2 dicembre 2024 – da Giorgio Mion, professore di Economia aziendale dell’Università di Verona, mette in luce il modello di cura incentrato sulla persona con un approccio che mappa in modo preciso gli stakeholder, e che evidenzia gli effetti positivi del lavoro non solo sui pazienti, ma anche sulle famiglie, sui collaboratori, sulla comunità e sull’ambiente. Si conferma il carattere nazionale del Serafico che nell’ultimo anno ha accolto ragazzi da 14 regioni italiane tra cui Toscana, Lazio e Campania; questo dato evidenzia che la struttura assisana è un polo attrattivo e di riferimento per l’intero Paese per la sua capacità di offrire cure innovative, di qualità e personalizzate.
Capitale sociale: una solidità economica al servizio della persona. La gestione economica del Serafico si distingue per solidità e trasparenza. Il valore aggiunto, che nell’ultimo anno ha avuto una crescita del 4,5%, ha avuto una ricaduta positiva su tutto il personale oltre che sulle persone assistite. L’assenza di indebitamento strutturale e la solidità del patrimonio, ne garantiscono la stabilità e l’autonomia finanziaria, fattori determinanti per continuare ad investire nella cura delle persone e per affrontare tutte le sfide future.
Un modello di welfare circolare capace di mettere in rete le Istituzioni, i cittadini e le imprese. I dati del bilancio sociale mostrano con tutta evidenza che il modello economico del Serafico è risultato vincente. L’istituto, negli anni, è riuscito a mettere in rete numerose risorse, non solo pubbliche, ma anche private. Il motore di finanziamento di tutte le attività risiede nell’intera collettività. Solo il 70% delle entrate del Serafico sono pubbliche, il resto dei finanziamenti proviene dai cittadini e dalle imprese che decidono di sostenere precise attività. Grazie alla fiducia e alla fidelizzazione di oltre 60mila donatori attivi in tutta Italia, che contribuiscono in media con 27,90 euro per dono e 47,41 euro all’anno, il Serafico non solo è riuscito a sostenere il proprio modello di cura erogando prestazioni gratuite ed extrastandard ai propri assistiti per un valore complessivo di 844 mila euro, ma ha potuto anche offrire cure gratuite a pazienti esterni per oltre 167mila euro. Anche questo impegno rende il Serafico un punto di riferimento per cure accessibili, sostenuto da una comunità attiva su tutto il territorio nazionale che condivide i nostri valori di equità e inclusione. Questo modello è il segno tangibile che le collaborazioni tra il Servizio Sanitario e gli enti di terzo settore che si occupano di socio-sanitario, è in grado di moltiplicare risorse con prestazioni molto più personalizzate e di qualità.
Capitale umano: il cuore dell’eccellenza. Il bilancio evidenzia anche un importante investimento nel capitale umano: il personale del Serafico, composto da 192 dipendenti di cui 138 donne, è il motore principale della qualità dei servizi. L’Istituto nell’ultimo decennio ha implementato misure di welfare aziendale innovative, come flessibilità oraria e iniziative di supporto per le famiglie dei lavoratori come i campi estivi dedicati ai figli dei dipendenti. La formazione continua rappresenta un altro pilastro fondamentale: gli educatori e operatori del Serafico partecipano costantemente a corsi specifici per aggiornare le proprie competenze tecniche, relazionali e valoriali; questo approccio permette di affrontare le nuove sfide nel campo della neuropsichiatria e della riabilitazione con un team altamente qualificato. Il Bilancio sottolinea anche l’importanza del capitale relazionale, testimoniato dall’ampia rete di stakeholder coinvolti: l’Istituto non si limita solo a erogare servizi, ma promuove un modello di cura inclusiva che coinvolge la comunità locale in un progetto condiviso anche attraverso attività sul territorio, tra cui eventi culturali e campagne di sensibilizzazione, che favoriscono una cultura della cura che integra il benessere individuale con quello collettivo.
Innovazione e ricerca: il Centro “InVita”. Tra le eccellenze del Serafico spicca il Centro di Ricerca “InVita”, attivo dal 2018 e dedicato allo sviluppo di progetti innovativi nell’ambito delle neuroscienze applicate alla riabilitazione. Dal 2023 il Centro ha intensificato le proprie attività, collaborando con l’Università di Perugia e altre realtà internazionali, per affrontare temi cruciali come la gestione del dolore, la comunicazione e la qualità della vita emotiva dei pazienti. Grazie all’integrazione tra ricerca e pratica clinica, “InVita” rappresenta un polo scientifico di riferimento che guarda al futuro con l’obiettivo di ampliare ulteriormente le linee di studio e rafforzare il legame tra tecnologia e umanità.
Una visione integrale: ecologia e spiritualità. Alla base dell’operato del Serafico c’è una filosofia di ecologia integrale, che inspira un modello di cura capace di tenere insieme relazioni complesse: la persona nel rapporto con se stessa, con gli altri e con l’ambiente. L’Istituto negli ultimi anni ha adottato misure per ridurre il proprio impatto ambientale, come l’uso di materiali compostabili e il risparmio energetico, sottolineando che la salute non può prescindere dal rispetto per il contesto naturale. L’attenzione al capitale spirituale è un altro tratto distintivo: il Serafico valorizza la dimensione umana e relazionale della cura, ponendo al centro il carisma originario del suo fondatore e dei valori francescani anche attraverso una rete di supporto che coinvolge suore, seminaristi e operatori spirituali, impegnandosi così a costruire un ambiente che nutre non solo il corpo ma anche l’anima.
Il futuro: consolidare eccellenza e inclusione. “Il bilancio è molto più di un semplice documento: rappresenta un nuovo modello di welfare capace di coinvolgere l’intera società. E’ un atto di trasparenza, di responsabilità e di visione per il futuro,” ha dichiarato Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico. “E’ un vero e proprio manifesto – ha aggiunto – che racconta l’impegno quotidiano di un’intera comunità di medici, operatori, ricercatori, volontari e sostenitori, attori pubblici e privati, che si uniscono per offrire risposte concrete alle persone con disabilità, con la convinzione che ogni persona, indipendentemente dalle proprie condizioni, abbia il diritto a una vita piena e dignitosa. Al Serafico siamo consapevoli che la vera cura non si limita alla dimensione fisica, ma nasce da una relazione autentica che mette al centro la persona, i suoi talenti e il suo valore unico. Lavoriamo ogni giorno per costruire un modello di cura che integri innovazione tecnologica, ricerca avanzata e attenzione ai bisogni più profondi, con la ferma volontà di contribuire a una società più giusta e inclusiva e crediamo profondamente che prendersi cura della vita più fragile significhi prendersi cura della nostra comunità e dell’ambiente che ci circonda, creando così un circolo virtuoso di solidarietà, sostenibilità e progresso”. Con una visione strategica chiara, dunque, il Serafico si prepara ad affrontare le sfide future rafforzando i propri servizi e la capacità di innovare. Grazie a una comunità di donatori fedeli e a una gestione solida, l’Istituto continuerà a essere un faro per la disabilità grave e gravissima in Italia.
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