Ancora soldi per la sede fantasma: la Regione continua a pagare per un edificio vuoto e invenduto

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Ancora soldi per la sede fantasma di Bruxelles: altri 16mila euro per le spese correnti di un edificio dove non c’è più nessuno. Ancora senza interesse la manifestazione di vendita

Acqua, luce, gas, canone per le telecomunicazioni e immondizia oltre alle imposte comunali: la Regione continua a sborsare denaro per l’edificio di rue de Toulose, 47, simbolo di un Molise che in Europa ha investito un milione e 600mila euro ma non ha fatto di certo un affare

Di potenziali acquirenti, nemmeno l’ombra. Le spese di gestione, invece, in tempi assai difficili per le casse regionali, ci sono. Nonostante l’immobile – stando alle notizie pubblicate negli ultimi mesi proprio da primonumero – sia vuoto da tempo e anche bisognoso di lavori.
Continua a staccare assegni la Regione Molise per quella sede nel cuore dell’Europa, simbolo di una ricchezza sfrontata e anche intraprendente incarnata dalle politiche ‘espansionistiche’ dell’allora presidente Iorio. Nelle ultime ore poco più di 16mila euro. Che non sono una cifra spropositata ma nemmeno bruscolini, soprattutto perché quell’edificio – storico e affascinante – è chiuso, vuoto. Non ci sono nemmeno gli uffici della Regione posto che gli unici due dipendenti (che verrebbe pure da chiedersi cosa facciano in concreto a Bruxelles) sono ‘ospiti’ della sede della Regione Abruzzo.
Nel dettaglio, proprio per fare i famigerati ‘conti della serva’ per gli oneri dovuti alla Vivaqua, azienda che si occupa della fornitura dell’acqua, sono stati impegnati poche ore fa fondi per 2mila euro circa.
Per il pagamento dovuto alla Dimonet (società che gestisce i rifiuti), i fondi ammontano a 1.936 euro circa. Per le telecomunicazioni della Proximus altri 1.145 euro. Oltre 9mila 300 euro per le imposte comunali dal 2020 al 2022 e per gas e elettricità alla Sibelga arriveranno 1570 euro.

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Ma l’elenco delle spese è iniziato qualche mese fa quando si è scoperto che nell’edificio di Rue de Toulouse, al civico 47, erano ospiti alcuni clochard che avevano divelto alcuni infissi e si erano alloggiati nella parte inferiore del palazzotto. Nella sede della Regione Molise a Bruxelles ci pioveva già dentro. Motivo per il quale, nel corso di un sopralluogo, si scoprirono i giacigli dei clochard. A fine febbraio scorso, in un atto di impegno di 15mila euro, l’immobile veniva descritto come “inagibile per problematiche riconducibili alla sospensione delle utenze di somministrazione dei servizi minimi (energia, telefonia, internet, pulizia/igienizzazione dei locali, riscaldamento) nonché alla presenza di infiltrazioni in alcuni locali”.

E così, la Regione ha sborsato, nove mesi fa, 15mila euro per i lavori per il ripristino delle parti danneggiate e cioè infissi e porte d’accesso. Con la stessa somma, avrebbe dovuto essere rimosso (stando alla delibera di fine febbraio) il materiale non più utilizzabile, collocato all’interno dello stabile, ogni effetto personale appartenente agli occupanti abusivi e sanificato lo stabile (ma poi per chi?).

Ad aggravare la vicenda, già di per sé da orticaria posto che quello stabile è costato alla Regione Molise un milione e 600mila euro, anche la crescita sproporzionata e salvaggia di arbusti ed erbacce nel giardino. Ovviamente, se la sede non è utilizzata e non è frequentata, nessuno si preoccupa di verificare se serva qualche operazione di potatura…

A fine marzo, però, i residenti dei palazzi circostanti – evidentemente stanchi di tanto disinteresse – hanno segnalato le problematiche che ‘invadevano’ i propri giardini. Et voilà, la Regione ha staccato un altro assegno da 11mila euro.

Alla fine, a metà luglio, la decisione della Giunta Roberti di chiudere la pratica e mettere in vendita quell’edificio. Simbolo di un Molise che nei fatti non è mai esistito, nel cuore dell’Europa ma costo vivo di un investimento forse sproporzionato rispetto alle reali possibilità di una regione che ancora oggi fatica a mettere a posto i conti e combatte con i debiti in sanità dal 2007, ha strade pericolose e nemmeno un treno che raggiunga il capoluogo.

Ma ad oggi, come si evince dalle determinazioni dirigenziali con le quali si stanziano le somme per le spese correnti di una sede che non accoglie nessuno, a quell’avviso di vendita non ha risposto nessuno.

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