indagate la moglie e le figlie del boss Clemente

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Gestivano un traffico di cocaina e hashish in Valle Caudina che si estendeva fino al capoluogo irpino e travalicava i confini provinciali. Si rifornivano della droga nell’hinterland napoletano, per poi piazzarla in Irpinia e nei comuni limitrofi del Sannio. Smantellata un’organizzazione che aveva la sua base proprio nella Valle Caudina.

A finire nei guai le figlie e la moglie del boss Fiore Clemente, attualmente detenuto in carcere. Si tratta di Enrichetta Clemente, 27 anni, arrestata dagli agenti della Squadra Mobile. Per lei sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Obbligo di dimora, invece, per la mamma (moglie del boss Clemente) Teresa Cioffi, 65 anni, e la sorella Francesca Clemente, 23 anni. Altre due persone sono coinvolte nell’operazione “Black Monday” – scattata ieri mattina all’alba – condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Avellino sotto il coordinamento della Procura della Repubblica. Operazione che ha permesso di svelare e bloccare una rete di spaccio che dalla Valle Caudina si estendeva con varie ramificazioni. Arresti domiciliari anche per Daniele Porcaro, 31 anni, (cognato di Enrichetta Clemente) e obbligo di dimora per Giovanni De Paola, 24enne. I cinque sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Fabio Russo, Valeria Varrusio e Stefano Alessandrelli. I legali presenteranno istanza di riesame.

Nell’ambito dell’inchiesta risultano indagate altre due persone alle quali viene contestato il reato di favoreggiamento. Avrebbero, in sostanza, aiutato alcuni degli indagati a depistare le indagini. Avevano creato una vera e propria piazza di spaccio. La sede di smistamento era l’abitazione della figlia del boss. Si rifornivano, dunque, di droga dall’hinterland napoletano. I cinque destinatari delle misure cautelari devono rispondere di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Ieri mattina sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, Giulio Argenio, su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal procuratore Domenico Airoma.

A coordinare le indagini svolte dalla Squadra Mobile, il sostituto procuratore, Luigi Iglio. Ad eseguire l’ordinanza sono stati gli agenti della Squadra Mobile. L’operazione è scattata ieri mattina all’alba tra San Martino Valle Caudina e a Cervinara. L’attività d’indagine ha permesso di scoprire la rete criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. La compagine criminale che operava in Valle Caudina, trafficava «in modo costante e sistematico, sostanze stupefacenti (cocaina e hashish)» in diversi paesi di quell’area, non solo quelli che fanno parte dell’Irpinia, anche nei Comuni del Beneventano. La droga veniva acquistata nell’hinterland napoletano.

La base operativa dell’attività di spaccio era proprio l’abitazione della figlia del boss. Grazie a operazioni di osservazione e sorveglianza mirata nei pressi dell’abitazione, gli investigatori sono riusciti a raccogliere prove significative che attestavano l’attività di spaccio contestata ai cinque indagati destinatari delle misure cautelari. Importante ai fini investigativi, sono stati gli strumenti tecnici e di videosorveglianza che hanno confermato le attività illecite di spaccio di droga, portando anche a numerose contestazioni amministrative nei confronti di assuntori di sostanze stupefacenti. Una strategia coordinata contro il traffico di droga. Oltre ai cinque indagati, ci sono anche due persone che risultano coinvolte nell’ambito dell’operazione.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

L’accusa nei loro confronti è di favoreggiamento, in quanto avrebbero aiutato alcuni degli indagati a eludere le investigazioni. Gli indagati sono stati sottoposti a interrogatori preventivi prima di essere raggiunti dalle misure cautelari. Un passaggio cruciale che garantisce loro il diritto di esporre le proprie ragioni e difese prima dell’applicazione di misure cautelari. Questa indagine rientra «in una strategia più ampia, volta a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti, pianificata dalla Procura della Repubblica in stretta sinergia con i Servizi di Polizia Giudiziaria».
 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *