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Si parla di dieta mediterranea, rinnovabili, impianto biometano agricolo

Pubblicato:03-12-2024 13:50

Ultimo aggiornamento:03-12-2024 13:50


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ITALIA INDIETRO NEL REALIZZARE IMPIANTI RINNOVABILI

L’Italia è in forte ritardo nel realizzare gli impianti a fonti rinnovabili e nel centrare l’obiettivo 2030 fissato dal decreto aree idonee, ossia nuovi 80 GigaWatt. Nonostante la Penisola ad oggi abbia raggiunto e superato l’obiettivo del Decreto Aree Idonee al 2024, pari a 16.109 MW, l’andamento delle installazioni è ancora troppo basso e di questo passo il Paese rischia di non raggiungere l’obiettivo 2030. Negli ultimi quattro anni è stato infatti realizzato appena il 23,2% dell’obiettivo al 2030. Mancano ancora all’appello 61,4 GW da realizzare nei prossimi 6 anni. A fare il punto è stato il nuovo report di Legambiente ‘Regioni e aree idonee. Le fonti rinnovabili nelle Regioni italiane, la sfida verso il raggiungimento degli obiettivi al 2030 attraverso le aree idonee’. Il Trentino-Alto Adige è la regione che spicca più di tutte con il 60,8% dell’obiettivo raggiunto, mentre nelle ultime posizioni ci sono il Molise, la Sardegna e la Calabria.

IN PIEMONTE PRIMO IMPIANTO BIOMETANO AGRICOLO DA PNRR

Presentato il primo impianto agricolo in Italia che immette biometano per usi civili e industriali e realizzato grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presso la società agricola Bagnod di Piverone, in provincia di Torino, socia del Cib, il Consorzio Italiano Biogas. Realizzato con un investimento complessivo di 6 milioni di euro, si tratta di un impianto da 400 metri cubi l’ora alimentato da biomasse vegetali sostenibili e reflui zootecnici provenienti direttamente dall’azienda e da altre imprese agricole circostanti. “Il Mase ha stanziato quasi 2 miliardi di euro del Pnrr per promuovere la produzione di biometano e favorire la diffusione di pratiche di economia circolare nelle fasi di produzione e impiego del biogas e del biometano”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto.

DIETA BIOMEDITERRANEA MOLTIPLICA BENEFICI SALUTE

La Dieta mediterranea fa bene, il biologico anche, insieme sono imbattibili: crescono i livelli di antiossidanti, diminuisce l’infiammazione generale dell’organismo, si abbassa il rischio cardiocircolatorio. Così la ‘prima tappa’ dello studio su volontari sani condotto dall’Università di Roma Tor Vergata. I principali risultati sono stati diffusi nell’ambito di una campagna di comunicazione ideata e organizzata dalle maggiori realtà del biologico: FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico. Grazie alla dieta biomediterranea, secondo quanto rilevato, negli organismi dei volontari le famiglie di batteri antiossidanti – i batteri buoni per la nostra salute – sono aumentate anche del 25% dopo la dieta rispetto allo stato iniziale. Allo stesso tempo, le associazioni di batteri pro-ossidanti si sono ridotte fino al 50% sul campione.

MANGIARE SECONDO NATURA, LA SCIENZA CONFERMA CHE SIAMO ONNIVORI

Diete e produzione animale, implicazioni etiche, ambientali e di salute. Questo il tema dell’incontro ‘Mangiare secondo natura: la scienza conferma che siamo onnivori’, che si è svolto a Roma. Protagonisti il veterinario e divulgatore scientifico spagnolo Juan Pascual, autore del volume ‘Perché essere onnivori’, ed Elisabetta Bernardi, biologa, nutrizionista, docente di biologia della nutrizione presso l’Università degli studi di Bari e autrice del libro ‘Mangiare secondo la scienza’. Pascual ha sottolineato che i prodotti di origine animale sono importanti e che “quando si parla di sana nutrizione bisogna rifuggire da soluzioni arbitrarie basate sul convenzionalismo, ideologie, pregiudizi e falsi miti che non hanno alcuna base se non le emozioni e le credenze di coloro che le promuovono. Deve essere la scienza, e non le convinzioni di alcune organizzazioni, a definire ciò che determina o meno il benessere”. I risultati degli studi, gli ha fatto eco Bernardi, “ribadiscono l’importanza di una dieta completa come può essere quella mediterranea, perché ciò che mangiamo influenza la nostra salute e sarebbe un peccato privarsi di alcuni cibi, magari in seguito a convinzioni errate”. E’ onnivoro il 93,4% degli italiani.

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