Le Mohican, un western contro l’overturism e la mafia corsa

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Le Mohican è un film di esistenze e resistenze, ambientato in un’isola – la Corsica contemporanea – che si fa personaggio al fianco del suo eroe involontario, il reticente Joseph. Joseph (Alexis Manenti) è uno degli ultimi pastori di capre sulla costa della Corsica, ricattato dalla mafia locale che vuole il suo terreno per costruirci qualche villetta per turisti. Il rifiuto deciso di Joseph esacerba le dinamiche di contrattazione, che esplodono nell’omicidio involontario dell’uomo mandato a intimidire il mansueto pastore.

Il regista e sceneggiatore corso Frédéric Farrucci inscena In Le Mohican una caccia all’uomo a metà tra il neo-noir e il western: Joseph si nasconde grazie all’aiuto di pochi amici fidati, attraversa la macchia mediterranea e risale le montagne corse, braccato dai mafiosi che vogliono ucciderlo. Diventa, senza volerlo, un simbolo di militanza e libertà, il volto della resistenza alla cementificazione, alla mafia, al turismo di massa che infestano la pace dell’isola.

NPC Magazine ha intervistato Frédéric Farrucci per una chiacchierata su Le Mohican, in competizione nella sezione Orizzonti Extra a Venezia81.

le mohican ritratto di stephanie cornfield a Frédéric Farrucci a venezia 81
Credit: Stephanie Cornfield
Frédéric Farrucci fotografato da Stephanie Cornfield in occasione del Festival del Cinema di Venezia

Intervista a Frédéric Farrucci, regista di Le Mohican

NPC: Grazie per averci concesso questa intervista. Ci tenevo a dirti che volevo vedere il tuo film a Venezia, ma una serie di ritardi non lo hanno permesso. L’ho recuperato dopo e posso dire che Le Mohican è davvero bello. Penso sia un film molto importante per il tema che tratta, specialmente per la Corsica, dove è ambientato. Come ho detto, Le Mohican è arrivato alla Mostra del Cinema di Venezia, ti facciamo i nostri complimenti! Sta raggiungendo un vasto pubblico. La prima domanda che voglio farti è: qual è il tuo legame con il film e qual è il tuo rapporto con la Corsica?

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FF: Grazie. Sono nato e cresciuto in Corsica, quindi il mio rapporto con l’isola è molto intenso. Mi sento di appartenere profondamente a questo luogo, ed è per questo che questo tema è particolarmente importante per me. La storia si ispira a un documentario che ho girato nel 2017 su un capraio della costa. Sai, l’allevamento di capre e pecore nella zona costiera era un’attività tradizionale in Corsica, ma è gradualmente scomparsa con il prevalere del turismo e della speculazione a esso legata, che hanno spinto i pastori verso l’entroterra.

Quest’uomo continuava a dirmi che era diventato un’anomalia nel suo stesso territorio e si definiva l’ultimo dei Mohicani. Mi raccontava che non voleva lasciare la fattoria ai suoi figli perché pensava sarebbe stato un “regalo avvelenato”, dato che era certo che, prima o poi, qualcuno – qualcuno di quelli a cui non si può dire di no – avrebbe fatto loro una visita per comprare la terra e avviare un’attività più redditizia, più al passo con i tempi.

Beh, non mi piace vivere in una società in cui individui profondamente legati al proprio territorio si sentono minacciati o costretti ad andarsene perché le questioni economiche sono le uniche che contano.

NPC: Le due questioni centrali di Le Mohican – per me, almeno – sono la trasformazione dell’isola dovuta al turismo e la speculazione edilizia legata alla mafia, e questi temi sono connessi. Il protagonista che hai ritratto in Le Mohican è vittima di ricatto da parte della mafia, resta l’ultimo pastore della costa perché si rifiuta di vendere la sua terra. Quanto della storia che racconti è basata su eventi reali?

FF: L’uomo che ha ispirato la storia non è stato minacciato direttamente. Ma ci sono altre storie accadute sull’isola che mi hanno fatto pensare che potesse succedere.

NPC: Le Mohican sembra un mix di storie diverse, con qualche frammento inventato.

FF: Esatto. Tutto ciò che accade in Le Mohican è un intreccio di storie diverse, unite da una domanda: “E se?” E se questo pastore ricevesse la visita di un membro di un’organizzazione criminale? E se dicesse di no, senza dare alcuna spiegazione? E se sua nipote volesse dare un contenuto politico a questo rifiuto? E così via…

Le Mohican, come raccontare la mafia al cinema?

NPC: Per me, la scena che meglio rappresenta questa convivenza tra tradizioni corse, turismo di massa e controllo mafioso è quella in cui il protagonista fugge dai mafiosi correndo in mezzo a ville con piscina e spiagge affollate. È un momento in cui tutto diventa evidente: il turismo, la mafia, la tradizione che cerca di sfuggire a un futuro cupo.

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FF: Grazie mille. Per me era davvero importante che le scene d’azione avessero un significato, che non fosse solo azione fine a sé stessa. Ogni scena d’azione doveva avere un contenuto politico: era il mio obiettivo, sono davvero felice che lo abbia colto.

NPC: Sì, è vero. Le Mohican non è il tipico film in stile Hollywood; è un film molto europeo, contano i dettagli. Hai affrontato difficoltà durante la produzione, soprattutto considerando i temi delicati affrontati in Le Mohican? Qualche ostacolo?

FF: No, non quel tipo di ostacoli. In realtà, la popolazione è stata davvero entusiasta delle riprese di Le Mohican perché tratta qualcosa che molte persone in Corsica rimpiangono o per cui soffrono. È un problema reale. Non possono affrontarlo individualmente. Quando ho presentato questo progetto, molte persone hanno voluto partecipare. La sfida principale è stata il finanziamento, ma è un problema classico nella realizzazione di un lungometraggio, e poi abbiamo dovuto arrangiarci con il piccolo budget che avevamo

NPC: Penso che l’argomento sia “caldo” per i corsi.

FF: Penso che abbiano bisogno di discuterne. Ho già avuto due proiezioni di Le Mohican in Corsica e ho percepito che le persone avevano davvero bisogno di parlare delle proprie esperienze e della loro visione del futuro. Ho sentito che il film è stato una vera esperienza catartica.

NPC: Sono rimasta davvero colpito dal fatto che in Le Mohican molti scontri o eventi violenti si sviluppino in modo naturale, nella calma apparente. Ricorda un film western. Ho visto molte persone descrivere il tuo film in questi termini, anche per quanto riguarda le ambientazioni. Ma questo approccio è anche molto realistico, la tua scelta si allinea bene con il tema trattato. Da italiana, direi che posso capire l’incubo della mafia. Il vero incubo è quando si infiltra nella tua vita quotidiana. Potresti vivere in un quartiere senza sapere che i tuoi vicini di casa sono mafiosi.

FF: Sono d’accordo con ogni parola che hai detto. È un problema reale in Corsica, che ha una popolazione ridotta. Le persone coinvolte in un’organizzazione criminale fanno pienamente parte della società. Non sono eccezioni, come potrebbe capitare nelle grandi città della Francia, ad esempio, dove questi soggetti non si mescolano con le persone comuni.

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Quando vivi in un piccolo luogo, fin da bambino incontri il futuro sindaco, il futuro pompiere, magari un futuro regista, e anche il futuro membro di un’organizzazione criminale. Possono essere nella tua classe, dalla scuola fino all’esame di maturità. Ecco perché una delle sfide, nel trattare questo tema nella fiction, è stata rappresentare queste situazioni in modo realistico assicurandosi che gli spettatori non si identificassero con i cattivi. Non volevo in alcun modo romanticizzare questi personaggi.

NPC: Questo è sempre un problema da considerare nella rappresentazione della mafia, anche della mafia italiana. Soprattutto nei film americani, si potrebbe obiettare che i mafiosi siano diventati quasi degli eroi. Ma in Le Mohican è molto chiaro chi è la leggenda, l’eroe, e chi non lo è. Vorrei chiederti qualcosa sui social media, che svolgono un ruolo decisivo nel film. Diventano quasi un’arma contro la mafia. In passato, erano le canzoni popolari a immortalare le leggende. Pensi che i social media possano svolgere lo stesso ruolo oggi?

FF: Vorrei che lo facessero… In Corsica esiste una sorta di mitologia popolare che crea leggende intorno a persone reali. Negli anni ’30 c’erano i “banditi d’onore” nascosti nel maquis [cioè la macchia, quella mediterranea e corsa, che caratterizza il paesaggio dell’isola, ndr] e questa tradizione è continuata in tempi moderni con uomini provenienti da movimenti politici, come i gruppi indipendentisti, o da organizzazioni criminali. Volevo affrontare questo tipo di leggende creando in qualche modo una contro-leggenda, perché il mio “eroe” non rientra in queste categorie. E mi sono chiesto: cosa useremmo oggi per creare una leggenda? È vero, i social media sono un luogo in cui una reputazione può migliorare, crescere o essere distrutta in pochissimo tempo.

NPC: Sono i social media a costruire la reputazione “leggendaria” del tuo protagonista in Le Mohican. È mai successo qualcosa di simile in Corsica?

FF: Non proprio. Come ti dicevo, qui la fiction nasce da un mix di realtà e immaginazione. Ma c’è un uomo, Ivan Colonna (un attivista indipendentista corso), che ha una reputazione leggendaria. La sua leggenda non è stata costruita dai social media, ma questi hanno avuto un’influenza nelle rivolte scoppiate quando è morto (è stato assassinato in prigione).

NPC: Ho ho visitato la Corsica quest’estate, e sono rimasto colpita dal numero di volti sui muri, specialmente in montagna. Ogni volta che guardavo il telefono per scoprire chi fossero quegli uomini sulla parete, Ivan Colonna era uno di loro.

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FF: Sì, dopo che è stato assassinato, ci sono state proteste in Corsica perché molte persone credevano che fosse un omicidio di stato. Questo ha scatenato storie e movimenti, con i giovani che sono scesi in strada in scontri con la polizia. I social media hanno avuto un ruolo significativo nell’organizzare queste azioni. Questo momento specifico è stato una fonte di ispirazione per me, anche se la mia storia è molto diversa.

La Corsica, prospettive interne e stereotipi esterni

NPC: Prima di arrivare in Corsica, molte persone mi hanno messa in guardia che i locali avrebbero provato a truffarci o trattarci male solo perché eravamo turisti. Tuttavia, non ho avuto nessuna brutta esperienza al riguardo. Nel tuo film, mi sembra che a un certo punto si menzioni la Corsica come pericolosa per i turisti. Ricordo una scena in cui lo spettatatore può cogliere una fugace conversazione tra due personaggi che discutono di come la gente avrebbe detto “La Corsica è pericolosa per i turisti” se avessero fatto qualcosa. Da dove pensi che vengano questi stereotipi e qual è la percezione dei locali in merito?

FF: La Corsica non è pericolosa per i turisti e non è rappresentata così nel mio film, il giovane che ne parla lo fa in modo ironico. Gli stereotipi derivano da secoli di notizie e finzione provenienti da persone che non conoscono la Corsica, che non ci vivono, che non cercano di capire la realtà dell’isola. È un problema e i locali ne soffrono. Per me – e per altri autori e registi corsi – è davvero importante raccontare le nostre storie dal nostro punto di vista. Non ci limitiamo a osservare la Corsica, ne facciamo parte.

È fondamentale per noi affrontare i problemi che la Corsica sta vivendo dal nostro punto di vista, ed è più accurato e giusto rispetto a quello che è oggi l’isola. Non presentiamo un’immagine idilliaca della Corsica, offriamo una visione complessa dell’isola e delle sfide che sta affrontando.

NPC: Ti ho fatto questa domanda perché mi aspettavo questa risposta. Vedo Le Mohican come un tentativo di raccontare la tua storia, come una storia corsa, narrata dall’interno. Un’altra domanda, di nuovo sulle tradizioni corse. Dopo solo una settimana in Corsica, ho notato quanto i corsi siano orgogliosi della loro terra, cultura e lingua. E non so se sia stato intenzionale o meno, ma ho osservato che le discussioni più importanti e sentite in Le Mohican sono in corso, non in francese. Come hai affrontato la questione linguistica per il film?

FF: Per me era importante essere il più naturale possibile. Nelle città, la gente di solito parla francese, ma nelle zone più rurali si tende a sentire di più la lingua corsa. Volevo catturare quell’autenticità. Due pastori parleranno tra loro in corso, che è la loro lingua madre. Il francese è la lingua ufficiale in Corsica, poiché l’isola fa parte della Francia e non tutti sono in grado di parlare il corso. Ma l’isola ha la sua cultura, la sua storia, le sue specificità, e la lingua ne fa parte.

NPC: Quali sono le tue speranze per il futuro di Le Mohican? Cosa vuoi che questo film raggiunga in termini di impatto?

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FF: L’impatto? Vuoi dire dal punto di vista sociale? [inizia a ridere, ndr] Mi piacerebbe che il film fosse visto dal maggior numero di persone possibile, sia in Francia che in altri paesi. Spero che sia abbastanza universale da suscitare interesse, indipendentemente dal fatto che le persone siano europee, americane, africane o asiatiche. Finora, Le Mohican è stato acquistato in luoghi come Scandinavia, Germania, Grecia e Brasile, il che è davvero interessante. Mostra che le persone, anche lontane, potrebbero essere interessate agli argomenti trattati.

Per quanto riguarda l’impatto sociale, quando si fa un film non si possono avere troppe aspettative. Ma se il film facesse scattare conversazioni e facesse riflettere alcune persone sull’argomento, anche solo per un breve periodo dopo essere uscite dal cinema, sarei felicissimo.

NPC: Penso che tutto quello che volevi dire con Le Mohican arrivi al pubblico. Ultima curiosità, qual è la tua scena preferita del film? Quella che pensi racchiuda tutto quello che volevi esprimere con il film.

FF: Nessuna scena può racchiudere tutto quello che volevo esprimere con il film, l’insieme di esse svolge questo ruolo. Ma ce n’è una che mi commuove davvero, quando Vannina, la nipote di Joseph [il protagonista del film Le Mohican, ndr], sente una band cantare una canzone che parla di lui. Scopre che ciò che ha fatto, quello che ha iniziato, ha mosso e interessato altre persone, più di quanto si sarebbe aspettata. Mi piace la band, il pubblico, l’atmosfera, il fatto che cantino una canzone rock con testi corsi, ed è un riferimento alla funzione delle canzoni popolari nella creazione di leggende di cui parlavi prima.

NPC: E una scena che invece è stata difficile da girare?

FF: La corsa di cui parlavamo prima è stata davvero difficile da girare perché è una vera scena d’azione girata con mezzi limitati. Dovevamo essere davvero creativi, anche perché ha richiesto che gli attori corressero in aree molto diverse e, alla fine, nel mezzo di una folla, sulla spiaggia e alla festa.


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