Da granchio blu a pesce scorpione, ma anche moscerino killer e xylella.
E’ SOS specie aliene
nei mari e nei campi, con il ritrovamento nei mari di Gallipoli del pesce
scorpione orientale, originario del Mar Rosso e dell’Oceano Pacifico, arrivato
sulle coste pugliesi passando attraverso il Canale di Suez, una specie tossica
per l’uomo, ma anche vorace predatore che si ciba di grandi quantitativi di
pesce, ma ha pochi antagonisti predatori, probabilmente3 proprio a causa delle
spine velenose. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Puglia, a seguito del
ritrovamento a Gallipoli del pesce scorpione, ma anche con il moltiplicarsi
degli attacchi di animali, insetti e organismi portati nelle campagne e nei
mari dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi.
Assieme al pesce scorpione ci sono il granchio blu, il
“killer dei mari” che devasta gli allevamenti di vongole e cozze, alla
Drosophila Suzukii che attacca le ciliegie, dai pappagallini verdi che divorano
mandorle e frutta alla ‘Tristeza’ degli agrumi fino alla Xylella che ha fatto
seccare 21 milioni di ulivi, una vera e propria invasione in Puglia di specie,
insetti e batteri provenienti dall’estero che causano danni distruggendo
coltivazioni e allevamenti.
Una invasione che è il frutto della tendenza al
surriscaldamento dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due
secoli si concentra proprio nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il
2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020 mentre anche il 2024 si
classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre
con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica che lo classifica
al terzo posto tra le più alte mai
registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo
l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi.
Se il granchio blu proveniente delle coste Atlantiche
dell’America sta cingendo d’assedio le coste, sterminando vongole veraci,
cozze, uova, altri pesci e molluschi, a far danni nei campi è arrivato anche il
pappagallo verde o parrocchetto monaco – spiega Coldiretti Puglia – una specie
originaria del Sudamerica che fa strage di frutta e mandorle, diventando una
presenza fissa anche a causa dei cambiamenti climatici, come anche lo storno,
un uccello passeriforme originario dell’Eurasia che è divenuto stanziale sulla
litoranea della piana olivetata di Bari e Brindisi e sulla fascia pedegarganica
a Foggia, dove mangia fino a 20 grammi di olive e distrugge le piazzole adibite
alla raccolta delle olive, ma arreca danni ai campi di ortaggi.
E danni sta facendo anche la Drosophila suzukii il moscerino
killer che colpisce le ciliegie e i frutti con colorazione dall’arancio al
rosso e gli effetti – aggiunge Coldiretti Puglia – si vedono solo in un secondo
momento sui frutti raccolti. La ‘Tristeza’ degli agrumi, causata dal Citrus
Tristeza Virus (CTV) proveniente dall’Asia Minore, appartenente al gruppo dei
Closterovirusche, per cui nostri agricoltori sono costretti ad esportare agrumi
con foglia sui mercati comunitari solo se accompagnati da passaporto delle
piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non
attraverso i frutti. I controlli non sono altrettanto pressanti e stringenti su
piante e prodotti provenienti dall’estero con un danno incalcolabile per
l’agricoltura pugliese.
La Xylella è arrivata in Puglia portata da piante tropicali
giunte dall’America latina e fino a oggi ha contagiato oltre 21 milioni di
piante, una strage di ulivi che ha lasciato un panorama spettrale, con oltre
8mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40%, secondo il
monitoraggio della Coldiretti che evidenzia come il batterio killer avanzi con
una media di 20 chilometri all’anno nell’ultimo decennio con un disastro
ambientale ed economico per la perdita di 5mila posti di lavoro nella filiera
dell’olio extravergine di oliva. Ma c’è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus
ferrugineus originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere
comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un
vero flagello che ha interessato il verde pubblico.
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea
con frontiere colabrodo – dice Coldiretti Puglia – che hanno lasciato passare
materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo
permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici
nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece
superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati
e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. Per effetto
dei cambiamenti climatici e della globalizzazione si moltiplica l’arrivo di
virus e insetti che provocano stragi nelle coltivazioni e per questo serve un
cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario
che nazionale – insiste Coldiretti – anche con l’avvio di una apposita task
force. Ma i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese
agricole che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione
dall’agricoltura con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no
ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al pressing di Coldiretti,
sta finalmente aprendo le porte.
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