Rinnovabili, la Sardegna è la prima regione d’Italia a recepire il decreto sulle Aree Idonee

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La legge sulle Aree Idonee, ha commentato la governatrice Alessandra Todde, “ci dà delle regole e la possibilità di dire a chi arriva dove si possono installare gli impianti, che ci sono dei territori che non si possono violentare perché hanno beni culturali, foreste e un paesaggio che non devono essere toccati, perché questa è la volontà dei sardi”

La Sardegna è la prima regione in Italia a recepire il decreto del Mase sulle aree idonee ad ospitare impianti da energia rinnovabile sul proprio territorio. I consiglieri regionali hanno approvato il ddl con 35 voti favorevoli della maggioranza guidata dalla presidente, Alessandra Todde.
Il 12 giugno scorso il ministro Pichetto aveva firmato il decreto, dopo oltre due anni dall’impianto generale sulla transizione energetica con il provvedimento del 2021 di Mario Draghi. Un decreto che, però, è stato in parte sospeso dal Consiglio di Stato sul ricorso di alcune società di installazione di impianti rinnovabili.
La Sardegna diventa quindi la prima regione italiana a recepire il decreto ministeriale sulle aree idonee, in anticipo rispetto all’11 dicembre, la data in cui la Consulta ha fissato l’udienza di merito per la discussione del ricorso di legittimità costituzionale proposto dal governo contro la moratoria della Sardegna, che predisponeva il blocco degli impianti rinnovabili per 18 mesi.

TODDE: MOSTRIAMO AGLI ALTRI COME SU PIANIFICA IL TERRITORIO

“E’ la prima legge d’Italia sulle aree idonee – ha sottolineato la governatrice Todde -, per una volta non siamo fanalino di coda, ma possiamo far vedere agli altri come si fa a pianificare il territorio. Questa legge ci dà delle regole e la possibilità di dire a chi arriva dove si possono installare gli impianti, che ci sono dei territori che non si possono violentare perché hanno beni culturali, foreste e un paesaggio che non devono essere toccati, perché questa è la volontà dei sardi. Noi ribadiamo che vogliamo fare la transizione energetica, che non siamo quelli dei ‘no’, ma quelli che vogliono dare delle regole”.

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AREE IDONEE, COMANDINI: DIMOSTRAZIONE CHE IN UNA SOCIETà CIVILE VINCE LA DEMOCRAZIA

Il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, esprime soddisfazione per il via libera dell’Assemblea al provvedimento della giunta sulle Aree idonee. “Dopo tre settimane di confronto e di grande dibattito, l’approvazione del Disegno di legge 45 è la dimostrazione che in ogni caso in una società civile deve vincere la democrazia, perché le regole vanno sempre rispettate. Ringrazio maggioranza e opposizione per il grande contributo dato al miglioramento della legge. Si tratta solo di un primo passo di un lungo percorso. L’Assemblea lavorerà nei prossimi mesi per dare alla Sardegna dei provvedimenti in materia di energia per il bene del nostro territorio e per essere pronti per la transizione energetica”.

LE LEGGI REGIONALI SULLE AREE IDONEE

Nonostante quasi tutte le Regioni abbiano iniziato a lavorare alle normative richieste dal decreto e che la scadenza per l’adozione sia il 30 dicembre 2024, ad oggi, oltre alla Sardegna, solo Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia hanno portato delle proposte.

CALABRIA

La Regione Calabria ha affrontato la questione aree idonee solo in via preliminare, all’interno del Piano Regionale Integrato Energia e Clima (PRIEC), in cui si chiede di identificare prioritariamente le aree idonee ad accogliere gli impianti rinnovabili, facendo riferimento alle norme statali già pubblicate (il decreto di recepimento della RED II e il DL Aiuti). Vi è inoltre la proposta di legge “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee”, presentata dai consiglieri regionali Francesco De Nisi, Giuseppe Graziano e Filippo Mancuso.

LOMBARDIA

La Regione Lombardia ha avviato una consultazione in merito alla prima bozza della proposta di legge Aree Idonee. Per Legambiente il testo ha diversi punti a favore, che ne fanno la migliore proposta presentata sino ad oggi. A cominciare dall’ampio margine lasciato alle aree idonee e dai casi più circoscritti e limitati per quelle non idonee. Le criticità? In caso di compresenza di idoneità e inidoneità il testo prevede attualmente la prevalenza della seconda.

PUGLIA

Il 28 ottobre 2024 la Regione Puglia ha dato il via all’iter di Consultazione pubblica per raccogliere pareri e opinioni inerenti il Disegno di legge n. 222 del 23/10/2024 “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili”.

Il provvedimento, composto da dieci articoli, quello di garantire il contrasto al cambiamento climatico, perimetra le aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, facendole coincidere con le zone classificate agricole dai piani urbanistici vigenti, con alcune eccezioni, tra cui i terreni finalizzati alla costituzione di una Comunità energetica rinnovabile.

Punti critici? Legambiente individua una serie di paletti, tra cui la previsione di 3 km come area di rispetto per gli impianti eolici. E la non idoneità all’installazione di impianti eolici di grossa taglia e di fotovoltaici a terra, delle aree ricadenti nella fascia di rispetto di 1 km dalle strade panoramiche e dai luoghi panoramici.

PIEMONTE

“Per la Regione Piemonte – si legge in un rapporto di Legambiente -, ad oggi non è possibile esprimere una valutazione completa, poiché l’amministrazione si è espressa soltanto attraverso un documento sintetico che indica alcune linee di principio da seguire nella definizione della Legge Regionale. Ciononostante, alcune criticità sono emerse fin da subito, come l’associazione con il consumo di suolo per gli impianti a fonti rinnovabili o la prevalenza della non idoneità in caso di compresenza di aree idonee e non”.
Il 28 ottobre scorso la Giunta regionale ha incontrato le associazioni di categoria e i Comuni per accogliere le loro proposte sulla futura legge regionale Aree Idonee e, poco dopo, ha deciso di rendere più restrittivi i vincoli per installare gli impianti agrivoltaici nelle zone Buffer Unesco.

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IL LAZIO PROROGA LE LINEE GUIDA REGIONALI SULLE AREE IDONEE

In attesa di adottare la legge regionale sulle aree idonee, il Lazio ha prorogato le linee guida applicabili ai procedimenti di rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) per gli impianti eolici e fotovoltaici a terra. Gli indirizzi e i criteri regionali sull’avvio del procedimento per l’ottenimento del Paur erano stati fissati con la delibera 171/2023, la cui applicazione è stata ora prorogata dalla più recente Dgr 1021/2024.

Fino all’approvazione della legge regionale, prevista dal Dm 21 giugno 2024, si continuerà ad applicare la procedura per l’avvio prioritario per gli impianti Fer nelle aree idonee, ex articolo 20, comma 8 del Dlgs 199/2021, e quelli nell’ambito di attuazione del Pnrr. Si procederà anche con il criterio di proporzionalità e sussidiarietà tra province, con l’obiettivo di consentire lo sviluppo delle Fer esclusivamente fino a un massimo del 50% del totale autorizzato espresso in MWp dell’intera Regione.

Con la medesima delibera 1021/2024, la Regione demanda alla struttura competente per il Paur il monitoraggio, di concerto con la struttura competente in materia di energia, sullo sviluppo delle Fer, aggiornando i dati sulle procedure autorizzatorie concluse e sulle installazioni. Il Dm 21 giugno 2024, noto come decreto sulle aree idonee, è stato sospeso dai giudici amministrativi nella parte in cui dà alle Regioni la possibilità di fare salve le aree idonee elencate dall’articolo 20, comma 8 del Dlgs 191/2021. L’udienza per la decisione definitiva è stata fissata al 5 febbraio 2025.

NELLE MARCHE LA LEGGE SULLE AREE IDONEE POSTICIPATA AL 2025

Nelle Marche, la legge regionale per individuare le aree idonee ad ospitare impianti per le energie rinnovabili va in pausa e slitta al 2025. Dopo che alcune imprese del energetiche hanno impugnato il decreto ministeriale del 21 giugno scorso, il Consiglio di Stato ne ha sospeso il passaggio che demandava il compito alle Regioni, almeno fino a quando non ci sarà la discussione di merito del ricorso di fronte al Tar, che è in programma il 5 febbraio 2025.
Lunedì scorso, in Consiglio regionale, l’assessore Andrea Maria Antonini ha spiegato che “fino alla decisione del Tar non ci sarà possibile intervenire sulla normativa e portare il testo in aula. Inoltre, considerata la situazione poco chiara, le Regioni hanno richiesto una proroga del termine dell’emanazione della legge. L’individuazione delle aree idonee l’abbiamo connessa all’elaborazione del PNIEC regionale, che è in fase di studio all’Università Politecnica delle Marche. Condivideremo con il territorio e i soggetti interessati le prospettive, soprattutto sull’obiettivo, stabilito dal MASE, che le Marche raggiungano i 2,3 GW entro il 2030, dagli attuali 0,3 GW”.



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