Salerno (Rina): «In Italia l’acqua non manca, bisogna migliorare la gestione della rete idrica»

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Circa 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso ad acqua potabile sicura e  il cambiamento climatico sta alterando la distribuzione delle risorse idriche. Si prevede che nel 2024 si raggiungerà la più elevata anomalia termica della storia italiana, +1,75°C sopra la media degli ultimi trent’anni. L’Italia è uno dei paesi più esposti a questo fenomeno: da quanto è emerso, è la quarta Nazione in Unione europea per stress idrico (ovvero il rapporto tra prelievi idrici totali e disponibilità di acqua superficiale e sotterranea), posizionandosi dietro a Belgio, Grecia e Spagna, ed è il primo Paese in Ue per perdite economiche legate all’alterazione del clima. Sono dodici le regioni italiane esposte a un elevato tasso di stress idrico, in particolare Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia. È quanto emerso dal convegno che si è tenuto oggi a Roma, a Palazzo Altieri, “L’acqua: risorsa strategica”, organizzato in occasione del Consiglio di indirizzo del Registro Italiano Navale – ente privato senza fini di lucro e socio fondatore e di maggioranza di Rina spa – in collaborazione con The European House – Ambrosetti.

Paolo d’Amico, presidente del Registro Italiano Navale, che ha ospitato l’incontro, Ugo Salerno, presidente esecutivo di Rina, e Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti e Teha Group, hanno insistito sull’urgenza di adottare misure concrete per una gestione efficiente dell’acqua.

Nello specifico, i lavori hanno portato all’identificazione di alcune priorità strategiche per promuovere un sistema idrico più efficiente, sicuro e sostenibile:

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Recupero e ottimizzazione delle infrastrutture: il rinnovo di dighe e bacini migliora la gestione delle risorse idriche, riducendo sprechi e garantendo una distribuzione equa dell’acqua

Digitalizzazione della rete: i sistemi di sensori intelligenti e il monitoraggio in tempo reale delle infrastrutture possono rilevare anomalie, perdite o guasti, aumentando la sicurezza e prevenendo criticità

Sviluppo di impianti decentralizzati di trattamento delle acque reflue: queste soluzioni riducono il carico sulle strutture centrali, migliorano l’efficienza e favoriscono il riutilizzo delle acque trattate grazie a tecniche naturali come il trattamento biologico

Depurazione dell’acqua: tecnologie avanzate, come i filtri a membrana, i trattamenti chimico-fisici e i sistemi di ozonizzazione, possono eliminare contaminanti dannosi (come metalli pesanti, pesticidi o sostanze organiche) per garantire che le acque rilasciate nei fiumi, nei mari o nelle falde acquifere non compromettano gli ecosistemi

Miglioramento delle tecniche di irrigazione e dei modelli agricoli: le tecnologie digitali, come i sensori di umidità del suolo e i sistemi di irrigazione intelligente, unite all’intelligenza artificiale possono sensibilmente migliorare l’efficienza dell’uso dell’acqua in agricoltura

Efficienza nei processi industriali: le industrie che utilizzano una grande quantità di acqua, come la chimica, il tessile o l’alimentare, possono migliorare l’efficienza dei loro processi attraverso tecniche di riciclo e riutilizzo dell’acqua

Paolo d’Amico ha dichiarato: «L’acqua rappresenta una risorsa fondamentale ma estremamente limitata: secondo l’Unesco, solo il 2,5% dell’acqua presente sulla Terra è dolce e di questa appena l’1% è accessibile per l’uso umano. Allo stesso tempo, risulta necessario recuperare l’acqua, focalizzandoci su quella che scorre in superficie: circa un quarto di quella che arriva sul territorio attraverso le precipitazioni. È nostro dovere agire con urgenza, investendo in tecnologie innovative e strategie sostenibili, per preservare questa risorsa vitale».

«Anche rispetto ad altri paesi – ha precisato Ugo Salerno – in Italia l’acqua non manca: secondo un rapporto di Ispra, nel 2023 abbiamo beneficiato di circa 280 miliardi di metri cubi di precipitazioni, contro i 225 miliardi dell’anno precedente. Diventa quindi fondamentale adottare misure per migliorare la rete idrica realizzando nuovi invasi e recuperando gli esistenti. Altrettanto necessario è ottimizzare l’uso dei miliardi di metri cubi di acqua proveniente dai depuratori, destinandoli ad esempio all’uso agricolo».

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Valerio De Molli ha sottolineato: «I dati che emergono sottolineano una situazione particolarmente delicata per il nostro Paese e siamo orgogliosi di collaborare con il Consiglio di indirizzo del Registro Italiano Navale per portare l’attenzione su questi temi. L’acqua è una risorsa strategica che abilita una filiera industriale e di servizio a elevato Valore Aggiunto: senza la risorsa acqua, un quinto del pil del Paese (pari a 367,5 miliardi di euro) non potrebbe essere generato. A causa degli effetti del cambiamento climatico il Paese ha perso più del 50% della propria disponibilità idrica nel 2022, portando a un consolidamento del paradigma “Poca acqua – Troppa acqua” con un’alternanza tra periodi senza pioggia ed eventi estremi di piogge intense e allagamenti».

“L’acqua: risorsa strategica” è il primo di una serie di incontri organizzati dal Registro Italiano Navale con Teha. Nei prossimi mesi verranno affrontate altre tematiche di attualità, come l’intelligenza artificiale e l’evoluzione del mercato del lavoro, con l’obiettivo di stimolare un confronto approfondito su argomenti di interesse per il futuro delle imprese e della società.



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