GROSSETO. Le pagine bianche della sua nuova biografia hanno debuttato il 16 novembre 2024. Da quel giorno Marco Mazzieri è il nuovo presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball (FIBS), e lo sarà per l’intero quadriennio 2025-2028.
L’investitura è stata firmata dalla 37ª assemblea ordinaria nazionale elettiva dal 56,04 per cento dei votanti.
Uno straordinario punto di partenza per una persona straordinaria.
Dal giorno dopo Mazzieri ha preso possesso dell’ufficio di via Tiziano 74 di Roma (Parioli) da dove parla in una breve parentesi di sosta, visto che la mole di lavoro lascia pochissimo spazio.
«Nell’istante in cui mi sono seduto davanti a questa scrivania – manifesta il neo presidente – ho avvertito vibrazioni positive. Mi sono sentito a mio agio, anzi a casa». Questione di Dna, di un passato che rotola come una valanga dai fianchi della vita.
«Il cerchio perfetto si è chiuso – continua – ho iniziato come raccatta mazze nel 1972. Si giocava davanti alle scuole elementari di Roselle, in mezzo alla ghiaia, partite interminabili, intense, dense di gioia, con gli amici di sempre. Nel mondo del batti e corri ho toccato tutti i ruoli, giocatore, allenatore, consigliere, mi manca solo il ruolo di arbitro». Sorride.
Un cammino, anzi una corsa, tra tre cuscini, una casa base, la terra rossa incastonata nell’erba, fuoricampo, dugout vicini, lontani, lontanissimi.
Lo stadio Roberto Jannella a funzionare da faro per illuminare la strada, capire il cammino, assimilare concetti e metterli in pratica. Con il guanto e la mazza, Marco concepisce il futuro, lo conquista scrivendo pagine indelebili, senza tempo.
Tutto questo non riesce minimamente a modellare un altro Mazzieri, che resta perfettamente se stesso nella gloria sportiva come nelle brucianti delusioni. Il suo carattere è inossidabile al tempo, non viene scalfito nel profondo del suo io, l’umiltà e l’estraneità sono i suoi strumenti per non cadere nei facili, mediocri, territori della superbia.
«Nessuna promessa a nessuno»
«Non aspiravo affatto a questa carica – riprende – diciamo che tutto si è concretizzato per caso, personalmente non ci avevo mai pensato. Quando mi è stato proposto ho immediatamente informato tutti che nel mio mondo non esiste il compromesso ma condivido il merito».
«Se dovevo metterci la faccia volevo circondarmi di persone uguali a me. Così è stato, ho accettato e abbiamo iniziato a girare l’Italia per farci conoscere guardando mille occhi, parlando con mille persone e società. Avevamo in mano un programma concreto, che rispecchia fedelmente il mio modo di essere e di considerare il baseball. Non ho formulato promesse a niente e nessuno perché non voglio apparire quello che non sono».
«Mi preme lo sviluppo dei settori giovanili»
«Mi preme molto lo sviluppo dei settori giovanili facendo capire che non si tratta di un costo, ma bensì di un investimento, una ricchezza fondamentale, formare dirigenti preparati, che guardino al futuro col sorriso non basandosi solo sul risultato e capovolgendo l’arido tema del risultato adesso visto come vita o morte».
«Due società in A non possono coesistere»
Mazzieri termina guardando alla Maremma: «Due società in serie A non possono coesistere in un territorio come il nostro, così si frazionano solamente le risorse. Questo è uno degli argomenti che mi stanno particolarmente a cuore. Voglio ringraziare Elena Nappi, sindaca di Castiglione della Pescaia e Giancarlo Farnetani, l’ex primo cittadino, per i loro complimenti. Tornerò a Grosseto nei primi giorni di dicembre, dopo aver ritirato personalmente un premio a New York».
Una lunga carriera nel baseball
Marco Mazzieri, 62 anni fra pochi giorni, è cresciuto nella formazione grossetana del Roselle, nel 1980 ha avuto la sua prima presenza con il Bbc Grosseto, con cui ha giocato fino all’anno 2000, eccezion fatta per tre stagioni passate fra Calze Verdi Casalecchio e Fortitudo Bologna.
Ha disputato oltre 1000 partite del massimo campionato di baseball, indossando per anni il numero 5, ritirato nel 2011 dalla società.
In Nazionale, da giocatore, ha fatto parte della selezione azzurra dall’Europeo 1985 fino al Mondiale del 1990, per un totale di 73 presenze.
Dopo il ritiro è diventato manager della squadra maremmana.
Dal 2005 al 2007 è stato l’allenatore della Nazionale juniores, ma fu promosso a dirigere la Nazionale maggiore in seguito alle dimissioni di Giampiero Faraone. Ha lasciato la guida tecnica degli azzurri al termine del World Baseball Classic 2017.
Con la Nazionale azzurra ha esordito al Mondiale di Taiwan infliggendo l’unica e storica sconfitta agli Stati Uniti che vinceranno poi il titolo.
Campione d’Europa nel 2010 a Stoccarda, ma soprattutto nel 2012 a Rotterdam nell’anno del centenario della federazione olandese, conquista anche il bronzo nell’ultima edizione della Coppa intercontinentale (Taiwan 2010).
La parentesi più prestigiosa, che lo consacra nel palcoscenico del baseball professionistico mondiale, è quella legata alle partecipazioni al World Baseball Classic del 2009 (Toronto), del 2013 (Phoenix e Miami) e del 2017 a Guadalajara (Mexico).
Dal 16 novembre è il presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball (FIBS).
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