Mentre la Francia viene invitata a lasciare il Senegal, il Governo italiano e quello del Senegal hanno firmato un Programma di Partenariato Senegal-Italia 2024-2026 per un importo complessivo di 105 milioni di euro, nell’ambito del Vertice Italia-Africa concluso a Roma. Lo riferisce l’ambasciata italiana a Dakar.
A firmare il documento, il vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il Ministro dell’Economia senegalese, S.Doudou Ka.
Il Programma prevede interventi nei settori prioritari dello sviluppo rurale, dell’occupazione, del privato, formazione professionale, dell’istruzione, dell’ambiente e della digitalizzazione.
“L’impegno finanziario di 105 milioni di euro – osserva l’Ambasciata in una nota – conferma il sostegno italiano agli sforzi del Senegal per uno sviluppo sostenibile e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare. Attraverso un forte partenariato politico, economico, culturale e scientifico, i due Paesi si impegnano a promuovere la pace, la stabilità, lo sradicamento della povertà e l’emancipazione economica e sociale delle fasce più vulnerabili della popolazione”. Il nuovo piano, sostenuto dalla Cooperazione Italiana, “conferma questa visione condivisa e questo impegno reciproco, aprendo nuove aree di cooperazione e l’utilizzo dei più moderni progressi tecnologici”.
Il Programma di partenariato Senegal-Italia 2024-2026 – scrive ancora l’ambasciata – ribadisce la centralità di un approccio sistemico che vede la partecipazione, accanto agli attori statali, di rappresentanti della società civile, della cooperazione decentrata e del settore privato italiano e senegalese. Determinante anche il ruolo svolto da altri attori delle realtà territoriali italiane (associazioni di migranti/diaspora, università), che fungeranno da indispensabile anello di congiunzione nelle relazioni con le comunità territoriali senegalesi.
Il sostegno finanziario sarà fornito principalmente attraverso programmi bilaterali gestiti dai vari ministeri senegalesi attraverso la concessione di un dono per un valore complessivo di 45 milioni di euro ed un credito d’aiuto di un valore complessivo di 60 milioni di euro. Gli impegni multilaterali italiani sosterranno anche le azioni condotte dalle organizzazioni internazionali che operano nei settori interessati, conclude l’ambasciata italiana a Dakar.
Fin qui gli italiani. Per quanto riguarda i francesi è solo una questione di tempo, ma prima o poi i militari di stanza in Senegal dovranno lasciare il Paese. Lo ha fatto capire il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye in un’intervista al canale televisivo francese France 2 a Dakar.
“In quanto cittadini francesi, come valutereste la nostra presenza militare nel vostro Paese, con carri armati, soldati senegalesi in divisa senegalese?”, ha risposto Faye al giornalista che gli chiedeva se fosse favorevole alla presenza militare francese sul suolo senegalese, materializzata da circa 350 elementi, in diversi siti sparsi nel Paese. “Sul piano storico – ha proseguito il capo di Stato senegalese, al potere da aprile 2024 – la Francia ha schiavizzato, colonizzato ed è rimasta. Invertiamo per un attimo i ruoli, come sarebbe percepita la presenza di un altro esercito, che sia esso russo cinese, o senegalese sul suolo francese?”. Alla domanda esplicita se i militari francesi debbano andare via, Faye ha risposto che non c’è una scadenza, ma che se avverrà, le autorità francesi saranno debitamente avvisate, per prime, e sarà fatto secondo un calendario prestabilito.
Nella stessa intervista Faye ha rivelato che il presidente francese Emmanuel Macron gli ha scritto ammettendo che “la Francia deve riconoscere” che c’è stato un “massacro” nel campo militare di Thiaroye, alla periferia di Dakar, il 1° dicembre 1944. Le forze coloniali hanno aprirono il fuoco sui fucilieri che chiedevano il pagamento dei loro stipendi arretrati. Il bilancio ufficiale dell’esercito di 70 morti è contestato dagli storici, che lo stimano in diverse centinaia le vittime. In questa lettera, il capo dello Stato francese scrive che “la Francia deve riconoscere che quel giorno, lo scontro tra soldati e fucilieri che chiedevano il pagamento della loro intera paga legittima, ha innescato una catena di fatti che hanno portato ad un massacro”. Bassirou Diomaye Faye ha accolto con favore “un passo coerente che dovrebbe aprire la porta alla collaborazione per la manifestazione della verità su questo evento doloroso”.
Il presidente francese ha chiesto di essere informato sullo stato di avanzamento dei lavori del comitato istituito in Senegal per ricostruire i fatti.
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