Uccisione orso M91: l’ex ministro all’Ambiente Costa denuncia penalmente Fugatti

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L’ex ministro all’Ambiente, Sergio Costa, con la maglietta pro-orso in occasione della cattura di M49 “Papillon”.

In merito all’uccisione dell’orso M91 avvenuta nella notte tra domenica 1 e lunedì 2 dicembre a Sporminore, in Val di Non con una rapidità sorprendente tra l’emanazione del decreto e la sua esecuzione, in barba alle norme che prevedono la possibilità di ricorrere contro un decreto amministrativo, nel perdurante letargo istituzionale dell’attuale ministro all’Ambiente, il forzista Gilberto Pichetto Fratin, interviene l’ex ministro all’Ambiente, il grillino ex generale del Corpo forestale dello Stato e ora vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa che, assieme alle colleghe parlamentari Carmen Di Lauro, Susanna Cerchi e Gisella Naturale, ha presentato una denuncia penale contro il presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti.

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«Oggi – spiega Costaabbiamo depositato la denuncia per l’omicidio dell’orso M91 avvenuto pochi giorni fa. Una morte determinata dal presidente Fugatti in modo assurdo, atroce e senza ragione. E quindi noi lo abbiamo denunciato penalmente».

L’ex ministro non si ferma qui, ma chiama alla mobilitazione cittadini ed associazioni protezionistiche per agire tutti contro il disinvolto – e spesso illegittimocomportamento dei vertici dell’Autonomia speciale del Trentino.

«Rivolgiamo un appello a tutte le associazioni animaliste e ambientaliste, a tutti i comitati, a tutti i singoli cittadini – prosegue Costa -. Noi abbiamo denunciato il presidente della Provincia Autonoma di Trento per la mattanza orsi, unitevi a questa battaglia, andate in un comando dei carabinieri a depositare una denuncia anche voi. Sono denunce che si abbineranno alla nostra e daranno più forza a noi che stiamo combattendo questa battaglia».

In attesa di essere ascoltati dalla Procura di Trento, i quattro deputati del M5s ricostruiscono i fatti che hanno portato all’ennesima soppressione ingiustificata di un orso «da parte del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, che non ha fatto altro che proseguire una politica feroce, spietata e insensata ai danni di una specie protetta, che appartiene al patrimonio indisponibile dello Stato, il cui reinserimento era stato voluto proprio dalla Provincia di Trento, utilizzando risorse pubbliche».

Per Costa e i suoi colleghi la «colpevole responsabilità» del Fugatti è giuridicamente fondata vista «la recente modifica della Carta Costituzionale, la quale, all’articolo 9, nella parte dedicata ai principi fondamentali, affida allo Stato il compito di disciplinare con legge di rango primario la tutela degli animali, sottoponendo l’eventuale uccisione degli animali alla rigida previsione della legge dello Stato. La recente introduzione, con l’approvazione della legge 20 luglio 2004, n. 189, nel libro II del codice penale, del Titolo IX bis, dedicato ai “Delitti contro il sentimento per gli animali”, comprende l’articolo 544-bis che punisce con la reclusione da 4 mesi a 2 anni l’immotivata uccisione di un animale». Una pena che, essendo inferiore ai 4 anni, non porta comunque in galera, ma ad azioni sostitutive accompagnate da una sanzione economica. E il contrappasso per il Fugatti ammazza orsi sarebbe di condannarlo a due anni di servizio di cura ed assistenza agli orsi in cattività nel centro del Casteller alla periferia di Trento che ospita al momento due orsi ritenuti problematici.

I deputati del M5s chiedono quindi alla Procura di Trento, riguardo all’uccisione dell’orso M91, di «valutare la presenza di comportamenti illeciti o omissivi sotto il profilo gestionale ed amministrativo, nonché di verificare se la decisione assunta dal presidente Maurizio Fugatti possa in qualche misura configurare una violazione delle citate disposizioni in materia di tutela degli ecosistemi e degli animali, nonché – in particolar modo – dell’articolo 544-bis del Codice Penale, in merito al quale non si ravvede la presenza di un realestato di necessità”, quale esimente rispetto al citato reato».

 

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