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Si è svolto nella Sala Convegni del CREA di Acireale il convegno promosso nell’ambito del Progetto Novarancia, misura 16.1, su Tecnologie Innovative e Agrumicoltura Sostenibile. Forte la partecipazione degli addetti ai lavori, produttori, docenti universitari e ricercatori. Il convegno è stato coordinato dal giornalista Salvo Falcone, che ha ricordato i partner del Progetto a partire dal CREA, il Parco Scientifico e Tecnologico, Piante Faro, AgroBioteh, il Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, il Consorzio Euroagrumi e le aziende agricole Oliveri Lucio, capofila del progetto, Di Lella Carmine, Giovanni Crispi e Eredi Motta.
Dopo i saluti di rito si sono susseguiti gli interventi di Cinzia Oliveri, responsabile del progetto, che ha ripercorso le tappe del Progetto NovArancia illustrando i risultati raggiunti in campo e gli obiettivi tutt’ora in corso, sottolineando l’importanza della innovazione che il progetto sta perseguendo e che rappresenta la risposta efficace per le sfide che i produttori di arancia rossa devono ogni giorno affrontare.
Quindi gli interventi dei vari relatori: Concetta Licciardello, primo ricercatore CREA ha trattato la tracciabilità genetica dei cloni di arancia rossa, Biagio Torrisi ha parlato delle nuove prospettive per il vivaismo agrumicolo attraverso l’impiego del T- budding con l’innesto a gemma, il Prof. Catara, innovation broker del progetto, che ha sottolineato l’importanza dell’innovazione nella gestione delle patologie degli agrumi, soffermandosi in particolare sui vari portainnesti oggi a disposizione e sulle criticità che molti di essi presentano, Grazia Licciardello, primo ricercatore CTRA che ha sottolineato l’importanza della certificazione degli agrumi e delle innovazioni diagnostiche.
Innovare. È l’unica risposta possibile alle sfide che si trovano oggi di fronte i produttori di Arancia Rossa di Sicilia IGP. Lo ha detto chiaro il presidente del Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP, Gerardo Diana, nel suo intervento al convegno Tecnologie innovative e agrumicoltura sostenibile.
Le sfide del clima e delle nuove “malattie”. «Dobbiamo innovare rapidamente perché le imprese ce lo chiedono e ce lo chiedono i confezionatori e il mercato. Perché i nostri associati hanno bisogno di una ricerca sempre più veloce per affrontare le nuove sfide», ha evidenziato. Le sfide sono importanti e decidono il futuro del settore. Si tratta di «quelle ambientali, lo abbiamo visto quest’anno quando in molti hanno dovuto sacrificare le piante più vecchie a favore delle piante più giovani con varietà sempre più apprezzate dai consumatori. E poi c’è da affrontare la sfida delle nuove “malattie”. E questo proposito chiediamo un aiuto agli enti competenti, perché si facciano maggiori controlli sullo stato fitosanitario delle piante».
Ricerca per garantire l’origine. Controlli che, invece, avvengono «su quanto viene venduto. In un anno ne sono stati 55mila dall’Icqrf mentre su tre verifiche sul biologico da parte dei Carabinieri della Tutela Agroalimentare, 2 risultano non conformi». Va meglio, invece, per «Dop e Igp dove le sanzioni sono molte meno anche se dobbiamo fare di più sull’origine del prodotto come lavorare sul Dna delle piante per garantire il rispetto di quanto previsto dal disciplinare».
Dopo l’intervento di Salvatore Rapisarda del Consorzio Euroagrumi, del Dott. Spina, dello Studio Associato Agriengineering, ha concluso i lavori dell’interessantissimo convegno Alberto Continella, professore associato di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree, che ha tirato le conclusioni riaffermando l’importanza della innovazione e della ricerca in generale e quella compiuta nell’ambito del Progetto Novarancia in particolare.
Ricerca e innovazione come garanzia di futuro: il progetto Novarancia. La ricerca e l’innovazione sono, dunque, strumenti con i quali l’agricoltura di oggi non può prescindere. Il progetto Novarancia, che analizza gli aspetti di natura genetica, fitosanitaria e agronomica i cui risultati raggiunti e gli obiettivi in corso sono stati al centro del convegno di Acireale. Le innovazioni che Novarancia ha iniziato a valutare con i vivaisti e i produttori sono tre. Una di natura genetica riguarda l’uso della tecnologia di sequenziamento ad alta processività (Ngs), per l’identificazione genetica (univoca) della pianta capostipite e quindi del materiale di moltiplicazione, e per la tracciabilità dei prodotti derivati. L’altra fitosanitaria con l’utilizzo dell’analisi bioinformatica degli Rna virali e viroidali, per l’accertamento fitosanitario globale delle piante capostipite per l’identificazione di infezioni da patogeni noti e di eventuali altri ancora ignoti e asintomatici su alcuni ospiti. Infine, la terza, agronomica, include la validazione di tecniche vivaistiche e pratiche colturali, efficienti e sostenibili, per la produzione in vivaio e la messa a dimora di piante molto giovani, a rapida crescita ed entrata in produzione anticipata, nonché varie metodologie di monitoraggio e governo dell’agrumeto.
Il Consorzio dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP. È una realtà che coinvolge oltre 30 Comuni della Sicilia Orientale e conta, oltre alle migliaia di impiegati nel settore, oltre 500 aziende agricole associate per un totale di oltre 6.500 ettari certificati con l’Igp, dei quali 800 in regime biologico. Sono tre gli intermediari di mercato e oltre 70 i centri di confezionamento associati, più di 300 sono le etichette autorizzate all’uso della denominazione protetta Igp come ingrediente nei prodotti elaborati, trasformati, composti pubblicati in un albo consortile. Nell’ultima campagna Le imprese aderenti al Consorzio hanno commercializzato quasi 22mila tonnellate di prodotto fresco e circa 7mila per l’industria, per un totale che si avvicina alle 30mila tonnellate per un fatturato di circa 40 milioni di euro.
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