di Enzo Beretta e Chiara Fabrizi
Incendio giovedì sera alle Fonderie Tacconi di Santa Maria degli Angeli (Assisi). Le fiamme si sono propagate «all’interno del locale di alloggiamento degli apparati elettrici tra cui alcuni trasformatori contenenti oli in parte con policlorobifenili (Pcb) e ubicato nel reparto fusorio». Nessuno è rimasto ferito nel rogo che è stato spento dalle squadre dei vigili del fuoco intervenute sul posto. I dettagli dell’incendio alle Fonderie Tacconi sono contenuti nell’ordinanza firmata venerdì mattina dalla sindaca di Assisi ancora in carica e neo presidente di Regione, Stefania Proietti. Nel frattempo a causa di danni che le organizzazioni sindacali definiscono «ingenti» è scattato inevitabilmente «il fermo degli impianti» e per i lavoratori della Fonderia Tacconi è scattata la «cassa integrazione straordinaria», che era già stata attivata. Cgil, Cisl e Uil hanno comunque ottenuto «rassicurazioni dall’azienda sul pagamento della mensilità e della tredicesima».
Venerdì mattina, comunque, la sindaca Proietti ha infatti recepito le misure precauzionali indicate nelle ore successive all’incendio dall’Arpa e ha quindi firmato il provvedimento che vieta: raccolta e consumo di prodotti alimentari coltivati e di funghi epigei spontanei; pascolo e razzolamento degli animali da cortile; uso dei foraggi e dei cereali coltivati all’esterno e destinati agli animali; e limita le attività all’aperto con particolare riguardo a quelle ludico sportive. L’area in cui dovranno essere osservate le prescrizioni è quella dell’intera Santa Maria degli Angeli, più delle zone indicate in planimetria qui sotto.
Nei confronti della Fonderia Tacconi, invece, è stato disposto il divieto di accesso a personale non autorizzato per interventi di bonifica e di sicurezza, nelle zone interessate dall’incendio per inagibilità provvisoria della struttura interessata dall’evento; e rimozione quanto prima del rifiuto combusto mediante ditta autorizzata previa idonea caratterizzazione e classificazione. Entro 30 giorni dalla rimozione del rifiuto la Fonderia Tacconi dovrà presentare al Comune di Assisi, Arpa e Regione Umbria una relazione tecnica sugli interventi effettuati corredata di documentazione fotografica attestante il rispristino dei luoghi e corredata da copia dei formulari di trasporto dei rifiuti. Infine, all’industria è stato anche chiesto di verificare le caratteristiche qualitative (con la ricerca di tutti i parametri previsti dall’Aia con l’aggiunta di Pcb) delle acque contenute nella vasca e di gestire le stesse come rifiuto qualora le analisi evidenzino caratteristiche non compatibili con il sistema di depurazione della ditta, previo parere di Arpa.
Prima dell’ordinanza, comunque, la sindaca con un post sui social aveva «invitato la cittadinanza a non avvicinarsi all’area e la popolazione residente nelle immediate vicinanze a tenere le finestre chiuse a scopo precauzionale. I tecnici – aveva scritto – sono al lavoro per chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto e verificare le condizioni della struttura. L’area è attualmente sotto controllo per completare le verifiche necessarie».
All’indomani del rogo alla Fonderia Tacconi sono i tre segretari provinciali delle sigle metalmeccaniche a esprimere «massima fiducia in una ripresa a breve delle produzioni, anche se i i danni causati dall’incendio» e «massima vicinanza a sostegno dell’azienda per i gravi danni che le fiamme hanno provocato a parte dell’impianto». In una nota Andrea Calzoni (Fim-Cisl), Marco Bizzarri (Fiom-Cgil) e Daniele Brizi (Uilm-Uil), segnalano che «i lavoratori a causa del fermo degli impianti saranno obbligati a stare a casa in regime di cassa integrazione straordinaria che era già stata aperta, mentre dall’azienda ci è stato assicurato il normale pagamento degli stipendi e delle tredicesime». I tre sindacalisti, dopo aver evidenziato anche che «fortunatamente nessun lavoratore e nessun dei vigili del fuoco è rimasto ferito», sottolineano la necessità di «fare i debiti passaggi per capire le dinamiche dell’accaduto e intervenire in tempi rapidi per garantire la ripresa delle normali attività produttive».
Nelle stesse ore è anche intervenuto il comitato di via Protomartiri con un comunicato molto duro: «Quando i cittadini non vengono ascoltati o peggio derisi e denunciati, nel momento in cui osano affermare che un’industria insalubre di prima classe, come una fonderia, va delocalizzata dal centro abitato, se non addirittura chiusa al ripetersi di più violazioni autorizzative, questo è quello che purtroppo accade». In particolare, i residenti chiedono di «valutare i danni ambientali, sanitari per il carico di inquinanti sprigionatisi durante l’incendio» alla Fonderia Taccani, ma anche di valutare «il danno erariale per provvedimenti da anni richiesti e mai adottati, contemplati dallo stesso Testo unico ambientale e dal Testo unico sulle industrie insalubri». In particolare, il comitato chiede «un’indagine accurata sull’accaduto da parte della Procura di Perugia e dalla Procura della Corte dei Conti, oltreché dalla Prefettura».
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