Milano, 6 dicembre 2024 – La stanchezza della città, quella dell’ambiente. La stanchezza per le guerre che seminano morte e dolore. La maledizione della ricchezza guadagnata con lo spaccio di droga, il gioco d’azzardo, la pornografia. “Ricchezze maledette” che gridano vendetta di fronte a emarginazione e povertà che a Milano, e non solo, continuano a crescere. La speranza riposta nell’anno giubilare per un ravvedimento delle coscienze. Sono i temi che hanno fatto da filo conduttore al discorso pronunciato in Sant’Ambrogio dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini dal titolo “Lasciate riposare la terra”. “Quando il reddito del lavoro non basta per il sostentamento della famiglia, per la continuità di una attività produttiva, aumenta il numero di coloro che non hanno il necessario per vivere, anche a Milano, anche in Lombardia – il monito dal pulpito del primate –. Quando si sviluppano dipendenze indotte o colpevoli, uomini e donne percorrono vie senza uscita e cadono nella disperazione. I fenomeni del sovraindebitamento, del precipitare in condizioni di vita indegne della persona umana devono essere affrontati. Il sistema del credito ha qualche cosa di malato, se invece di incoraggiare la buona volontà di chi cerca di uscire dalla povertà esclude con spietata indifferenza i poveri”.
L’arcivescovo di Mario Delpini sorridente a fianco del presepe inaugurato oggi
“Basta guerre”
In un altro passaggio Delpini ha parlato degli appelli per la pace di Papa Francesco rimasti inascoltati: “Non interessano ai potenti le lacrime e le ferite inguaribili nell’anima e nel corpo degli innocenti. Noi tutti siamo stanchi della guerra, delle notizie di guerra e delle ragioni addotte per giustificarla. Siamo stanchi e ci sentiamo impotenti e inascoltati quando chiediamo pace. L’anno giubilare può essere il tempo propizio per diventare pellegrini di speranza, per farci carico dell’educazione alla pace nelle scuole, negli oratori” nelle attività culturali, nella pratica sportiva, in ogni ambito della vita sociale”. Il riferimento è ai massacri commessi in Palestina dall’esercito israeliano, ma anche da quelli generati dal conflitto russo-ucraino o a causa delle tante guerre dimenticate, come quella in corso in Siria dal 2011.
Alle messa in Sant’Ambrogio c’erano anche il sindaco Beppe Sala e il presidente della Regione Attilio Fontana
Una nuova coscienza ecologica
Tornando sul tema ambientale, Delpini ha insistito sul “pensiero ecologico responsabile”. “Per cambiare rotta, per un altro stile di vita si avverte talora nella nostra società il convenire promettente di tutte le competenze scientifiche, filosofiche, storiche. Hanno voce e autorevolezza per pretendere un comportamento rispettoso verso l’ambiente nel vivere quotidiano, per cercare fonti alternative di energia, per educare a sapienza e lungimiranza, per contrastare l’assurdità dei vandalismi, degli sprechi, dell’indifferenza”. Il tema dei debiti che attanaglia migliaia di famiglie e piccoli imprenditori: “Faccio appello a considerare con serietà la via per il condono dei debiti, per forme di alleanza, di mutuo soccorso, di ripensamento del sistema bancario, perché troppa gente è disperata e troppe situazioni favoriscono la immissione di denaro sporco e condannano a entrare negli ingranaggi perversi dell’usura”, ha proseguito l’arcivescovo.
I Cavalieri di Malta
“Condoniamo i debiti”
Bisogna cambiare il sistema del credito che “ha qualcosa di malato e esclude con spietata indifferenza i poveri” arrivando anche a un “condono dei debiti: questo l’appello rivolto dall’arcivescovo. “Che si consideri con estrema serietà la via per il condono dei debiti, per forme di alleanza, di mutuo soccorso, di ripensamento del sistema bancario perché – ha spiegato – troppa gente è disperata e troppe situazioni favoriscono l’immissione di denaro sporco e condannano a entrare negli ingranaggi perversi dell’usura”.
Da Delpini parole di stima e riconoscenza per medici, infermieri e personale sanitario: “L’Anno Santo può essere l’occasione per ricostruire nell’opinione pubblica, in modo realistico, la stima e la gratitudine per coloro che lavorano nel “sanitario”: esaltati come eroi durante la pandemia, oggi si ritrovano sovraesposti, aggrediti e additati come i soli responsabili di un servizio indispensabile, di un diritto che non riesce a essere adeguato ai bisogni di tutti, tanto meno dei poveri”.
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