C’erano anche le oche a guardia della droga. Smantellata organizzazione familiare: 21 arresti (VIDEO)

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Come le oche del Campidoglio. Solo che quelle cominciarono a starnazzare rumorosamente avvertendo del pericolo l’ex console Marco Manlio e i romani assediati dell’arrivo dei Galli condotti dal loro re Brenno, queste, di questa storia fatta di arresti, di spaccio di droga e detenzione di armi, avevano il compito di far capire se nei dintorni  ci fossero occhi e persone indiscrete ovvero le forze dell’ordine, da tempo sulle tracce di un’organizzazione dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Uno stratagemma che, però, non è servito a nulla dal momento che i carabinieri di Taranto alla fine il colpo lo hanno messo ugualmente a segno. Infatti, nelle prime ore della mattinata di oggi, venerdì 6 dicembre, i militari della compagnia di Taranto, con il supporto del personale del Nucleo Investigativo, delle Unità Cinofile di Bari e Potenza, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del 6° Nucleo Elicotteri e dei Carabinieri degli altri comandi provinciali, hanno eseguito, su disposizioni del pm Milto De Nozza della Procura di Lecce su richiesta della Dda salentina, 21 provvedimenti restrittivi: 11 custodie cautelari in carcere e 10 agli arresti domiciliari nei confronti di persone di età compresa tra i 20 e i 60 anni tutte ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti pluriaggravata dall’essere i partecipi in numero superiore a dieci e dall’avere la disponibilità di armi. Nel corso dell’operazione, infatti, sono stati sequestrati un revolver e una pistola semiautomatica, armi che, al momento, non sembrerebbero essere state utilizzate per fatti di sangue.

L’inchiesta dei militari dell’Arma, che riguardano le province di Taranto, Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Cosenza, ha smantellato una centrale di spaccio gestita dalla famiglia Leone. In particolare, a tenere le fila del gruppo, la cui base era al rione Salinella, era Cosimo Leone. Le indagini, come ha spiegato nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina, venerdì 6 dicembre, nella sede del comando provinciale dei Carabinieri la capitano Francesca Romana Fiorentini, comandante la Compagnia di Taranto (con lei c’erano il col. Antonio Marinucci e il cap. Vito De Cesare, comandante del Nucleo investigativo), hanno avuto inizio nel marzo del 2021 con il sequestro di 1 chilo di eroina, dell’occorrente per il confezionamento della stessa  e di 5.500 euro  all’interno del condominio in cui abitavano i membri dell’organizzazione. Da questo episodio i carabinieri hanno intessuto una fitta indagine condotta con l’ausilio di intercettazioni telematiche, ambientali e telefoniche (più di 30mila comunicazioni) oltre che sulle applicazioni di messaggistica istantanea, queste ultime usate dal gruppo nella convinzione di potersi sottrarre facilmente ad eventuali intercettazioni «ma non sapevano – ha aggiunto la capitano Fiorentini – di essere sorvegliati anche attraverso le telecamere cittadine».

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Che la strada imboccata fosse quella giusta, i militari dell’Arma lo hanno capito quando ad agosto del 2022,  hanno operato un ulteriore arresto in flagranza di reato con il sequestro di 250 grammi di cocaina. Da questo episodio è, infatti, partito il secondo filone delle indagini la cui attività si è conclusa all’inizio del 2023.

Un’organizzazione, quella sgominata con l’operazione di questa mattina e che si riforniva nelle province di Bari e Brindisi ridistribuendo le sostanze stupefacenti ai propri pusher, che aveva ben oliato tutti i meccanismi per poter agire indisturbata. Oltre all’utilizzo delle oche quale allarme acustico, il gruppo si avvaleva di staffette, per la consegna e lo spaccio dello stupefacente, e di vedette dislocate intorno alla zone di spaccio. Per meglio occultare droga e armi, il clan si avvaleva della collaborazione, compiacente, di persone anziane quindi ritenute insospettabili. Precauzioni che non sono servite a molto perché l’abilità investigativa dei carabinieri, come ha sottolineato il col. Marinucci, è andata al di là grazie all’intuito nel saper cogliere alcuni segnali subito sembrati anomali a prima vista, come la presenza delle oche, per esempio.

Sempre nel corso delle indagini è emerso come la droga fosse introdotta anche all’interno della casa circondariale.

Gli arrestati

Il gip di Lecce Anna Paola Capano ha disposto la misura cautelare in carcere per Vincenzo Basile (53 anni, di Taranto); Cosimo Carriero (33 anni, di Taranto); Michele Costantino 58 anni, di Bari); Francesco D’Angiulli (35 anni, di Taranto); Cosimo Leone (23 anni, di Taranto); Giovanni Leone (64 anni, di Taranto); Vincenzo Leone (40 anni, di Taranto); Pasquale Lupoli (66 anni, di Taranto); Giovanni Marzulli (63 anni, nato a Bari e residente a Polignano a Mare); Davide Nigro (29 anni, di Taranto); Marco Semeraro (42 anni, di Taranto). Ai domiciliari sono finiti, invece Veronica Giudetti (22 anni, di Taranto); Teresa Malizia (41 anni, di Taranto); Valentina Petruzzella Scarcia (28 anni, di Taranto); Anna Maria Quaranta (66 anni, nata in Francia e residente a Modugno); Angelo Briganti (24 anni, di Taranto); Massimo Catapano (25 anni, di Taranto); Carmine Eramo (41 anni, di Taranto); Cosimo Friuli (46 anni, nato a Grottaglie e residente a Carosino); Carmelo Nigro (44 anni, di Taranto); Cristian Sorce (38 anni, nato a Grottaglie e residente a Taranto).



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