La denuncia di una mamma: «Con mio figlio autistico in pronto soccorso per ore: inaccettabile»

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di
Maria Vittoria melchioni

L’episodio al Maggiore, poi le scuse dell’Ausl: «Lavoreremo affinché non si ripeta»

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L’empatia è un punto di forza per tutte le relazioni, ma può diventare rischiosa per gli operatori sanitari, impegnati in situazioni emotivamente stressanti come le emergenze. Questa affermazione non deve però giustificare quanto denunciato da Marialba Corona, presidente di ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) attraverso un post su Facebook. Edoardo, il figlio ventiduenne di Marialba, ha una forma grave di autismo e soffre di una malattia genetica rara. Da due settimane il ragazzo lamentava forti dolori da reflusso nonostante fosse seguito con attenzione dalla madre riguardo alla dieta e alla terapia farmacologica. I dolori diventano insopportabili tanto da decidere di portare il ragazzo al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore e qui inizia il racconto di quanto accaduto corredato da una foto di Edoardo molto sofferente: «Arrivati ieri in pronto soccorso del Maggiore in condizioni di emergenza. Abbiamo chiesto percorso Dama …Questo non è il modo giusto per attivarlo ci hanno detto e se c’è una urgenza? Niente da fare uguale a tutti gli altri» — scrive Marialba sul suo profilo social. Il Dama (Disabled Advanced Medical Assistance), è un percorso d’accoglienza per prestazioni ambulatoriali rivolto a persone con disabilità che tiene conto dei bisogni sanitari di persone con problematiche di tipo intellettivo, comunicativo e neuromotorio e nel caso di Edoardo non è stato ritenuto necessario.

«Braccialetto azzurro (che si riferisce ad un’urgenza differibile cioè a una condizione stabile a basso rischio di evoluzione, che può comportare un certo livello di sofferenza e che solitamente richiede prestazioni complesse, ndr), otto ore di attesa in pronto soccorso con Edo che ogni tanto correva e lo dovevo contenere (non parla e non relaziona)» — continua il racconto della signora Corona. Finalmente, in serata il ragazzo viene condotto al 13° piano nel reparto di Medicina, dove lo sottopongono a una TAC che evidenzia un bolo di cibo in esofago che richiede il più tempestivo degli interventi che però tanto fulmineo non è dato che viene fissata una gastroscopia per la mattina seguente: «Autistico? Disabile al 100%? È uguale a tutti gli altri — continua Marialba — Edo sofferente e a digiuno da ieri mattina ancora alle 16 non era stato chiamato …Vi sembra accettabile tutto questo? In Emilia-Romagna poi … tante belle parole ma i fatti? Quanto ancora dovremo subire?». Nel post Marialba include i tag a l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, il presidente della Regione Michele de Pascale e il dg dell’Ausl Paolo Bordon.




















































La situazione è andata, poi, fortunatamente migliorando: la patologia acuta è stata risolta ed Edoardo a breve lascerà il Maggiore per fare ritorno alla tranquillità di casa. «Devo ringraziare il professor Iannone — spiega la madre — che ha dimostrato una grande umanità dopo quanto accaduto in Pronto Soccorso. Mio figlio è tranquillo, ma spesso le persone con sindrome dello spettro autistico non lo sono e dovrebbero essere accolte in stanze a loro dedicate, più tranquille, non in mezzo agli altri pazienti. Ora l’obiettivo che avremo a livello associativo, anche in previsione della nascita di Bologna città blu, sarà quello di fare formazione nelle accoglienze ospedaliere sensibilizzando gli operatori non solo nei confronti del paziente, ma anche dei caregivers».

In serata l’Ausl si è scusata «con la signora Corona e con il figlio per il disagio che hanno subito». E il dg Paolo Bordon ha convocato per lunedì una riunione tra tutti i professionisti interessati «allo scopo di chiarire l’episodio ed evitare che possa ripetersi, a fronte, comunque, di un protocollo di accoglienza delle persone con disabilità, il cosiddetto Dama, che ha sempre dimostrato un ottimo funzionamento in tantissimi altri casi».

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