Inaugurata la cucina didattica alla Casa di Comunità di Forlimpopoli • 4live.it

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Inaugurata oggi la nuova cucina didattica della Casa di Comunità di Forlimpopoli, in presenza delle autorità, di Giuseppe Benati direttore del Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì-Cesena, di Francesco Sintoni direttore del Distretto Sanitario di Forlì, Marina Fridel del servizio di Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica-Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali (Regione Emilia-Romagna), Chiara Reali e Federica Tamarri dell’UOISP di Forlì Cesena e di Alessandro Corsini, Direttore della Coldiretti Forlì–Cesena.

La Casa della Comunità (CdC) di Forlimpopoli – spiega Giuseppe Benati – è nata nel 2013 e si è progressivamente sviluppata attraverso un modello organizzativo di approccio integrato, multidisciplinare, di prossimità e di proattività. Ciò si è concretizzato arricchendosi progressivamente di servizi e strutture integrati alla rete presente sul territorio e dalla partecipazione strutturata della Comunità del territorio. Da anni in questa struttura sono presenti percorsi integrati, che vanno dal coinvolgimento della popolazione sana con la diffusione di sani stili di vita ad una presa in carico progressivamente specialistica di pazienti con patologie dello stato nutrizionale e croniche”.

La collaborazione con la Casa della Comunità di Forlimpopoli per Epaca e Coldiretti Forlì-Cesena – spiega Alessandro Corsini – rappresenta un passo concreto verso un sistema alimentare che valorizza la filiera corta e il chilometro zero, principi cardine della nostra azione sindacale. Promuovere il benessere delle persone significa anche educare alla qualità e alla trasparenza del cibo che consumiamo, garantendo salubrità e sostenibilità a partire dai prodotti del nostro territorio”.

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I disturbi della nutrizione – prosegue il dottor Benati – rappresentano una criticità rilevante nella comunità, in grado di incidere su qualità di vita, incidenza di patologie, costi sociali. I dati riferiti dagli intervistati PASSI nel biennio 2022-2023, relativi a peso e altezza portano a stimare che 4 adulti su 10 siano in eccesso ponderale, tre in sovrappeso e uno obeso. In Emilia Romagna la prevalenza del sovrappeso nell’adulto risulta del 31.1% e dell’obeso del 11.3%. Poco meno del 5% dei 18-69enni ha riferito poi una diagnosi di diabete. La prevalenza di diabetici cresce con l’età, ed è più frequente fra gli uomini che fra le donne e nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche. Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento, seppur contenuto, per le classi più giovani. Nella CdC di Forlimpopoli esiste da anni un servizio di ambito provinciale per disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), integrato tra competenze psichiatriche-psicologiche e dietologiche-nutrizionali. In Italia, studi pubblicati rilevano una prevalenza dello 0.2-0.8 per cento per l’anoressia e dell’1-5 per cento per la bulimia, in linea con i dati forniti dagli altri paesi. La CdC di Forlimpopoli è stata scelta per sviluppare servizi di presa in carico di questi pazienti non solo per la sua collocazione al centro del territorio provinciale, ma anche per ridurre nei cittadini l’idea di poter richiedere aiuto solo in ospedale, idea che spesso li allontana dalla cura. In questi pazienti la Riabilitazione Nutrizionale (RN) che si attua, nell’ottica dell’alleanza terapeutica, può tener conto di un approccio più propriamente rieducativo, e non forzato, per favorire la compliance del paziente. L’obiettivo è quello di aiutare i pazienti a ristabilire gradatamente un’alimentazione corretta per distribuzione dei pasti, qualità e quantità degli alimenti. La forma di riabilitazione più strutturata è rappresentata dal pasto assistito. Questo trattamento prevede che il paziente sia assistito durante i pasti da un operatore (dietista o psicologo, educatore, infermiere formati) per superare gli ostacoli che gli impediscono un’assunzione adeguata di nutrienti per quantità e qualità”.

Proprio per questo la Casa di Comunità di Forlimpopoli è stata scelta come luogo ideale per la “cucina didattica”. “La medicina culinaria – spiegano gli operatori – è un campo della medicina basata su evidenze scientifiche che combina l’arte del cucinare con la scienza della medicina. La finalità è quella di educare sull’importanza nel cibo nel prevenire e curare patologie. È necessario anche in questo caso un approccio multiprofessionale che porta in cucina uno chef insieme a medici, dietisti, psicologi, infermieri, educatori, e tutte le figure professionali presenti nella CdC. La cucina didattica della CdC di Forlimpopoli è ispirata a questi principi ed è il luogo in cui l’equipe multiprofessionale è in grado di educare e curare”.

Gli interventi sono a gruppi o individuali, sia su persone sane che su persone con malattia. “È possibile un’azione educativa in presenza oppure in remoto, attraverso i sistemi di collegamento virtuali di cui è dotata. La cucina didattica si inserisce nei percorsi di trattamento del sovrappeso/obesità e di altre patologie croniche (ad esempio Il diabete) legate allo stato nutrizionale e rappresenta, quindi, il luogo ideale sia per interventi in piccoli gruppi di pazienti che per trattamenti individuali. Da circa tre anni sono stati sperimentati modelli di pasto assistito telematico, che permettono all’equipe degli operatori di assistere il paziente con una maggiore assiduità e con una maggiore capacità di entrare nei fattori domestici che possono aver condizionato l’insorgenza del disturbo. È stata pertanto strutturata per poter rinforzare l’esperienza fatta sino ad oggi in modo sperimentale e renderla pienamente parte dell’offerta di cura. L’accesso alla cucina è previsto solo per percorsi impostati da personale sanitario”.

La cucina didattica della CdC di Forlimpopoli, intitolata a Paola Zani, dietista che ha sviluppato nel nostro territorio la nutrizione clinica – conclude il dottor Benati – rappresenta un laboratorio di attività fortemente incentrate sulla persona e sulla comunità. Per costruire il modello è stato costituito un gruppo multiprofessionale di coordinamento che ha anche il compito di avviare un processo di selezione di progetti di enti del terzo settore.”



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